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Se un tempo la tradizione tramandata di generazione in generazione riusciva a contenere il peso di un problema, oggi la complessità della modernità ha quasi del tutto annullato questa capacità, generando impotenza e domanda di nuove pratiche per organizzare la vita quotidiana.
Probabilmente questi elementi hanno costituito un un terreno fecondo per consentire alla psicologia di gettare le sue basi e la prova più evidente la riscontriamo nella comunicazione pubblica: i quesiti posti agli esperti nelle pagine patinate di riviste, rotocalchi e rubriche quotidiane; i talk-show televisivi dove la narrazione di sé diventa il modo più efficace per rendersi visibili nel nulla che opprime; i libri di narrativa scritti da famosi psicoterapeuti per rendere più accessibile la comprensione di certe psicopatologie e disagi esistenziali; le campagne pubblicitarie che sostituiscono il rapporto con l’oggetto alla relazione inter-individuale.
Nella comunità globale l’ambiente circostante non riesce più a dare uno spazio di riconoscimento a chi lo abita. Più soli e incerti, l’attraversamento delle fasi di passaggio esige nuove competenze.
C’è voglia che lo psicologo non rappresenti esclusivamente il curatore del singolo, ma che si riappropri di quel ruolo che agli inizi degli anni Ottanta era stato fulcro della psicologia di comunità, ovvero la produzione di interventi di cambiamento centrati sia sul rafforzamento delle capacità psicologiche della persona, sia sull’accrescimento e rinforzo delle competenze di ogni cittadino.….
l’intero articolo qui:
La psicologia ai tempi delle metropoli | Muoversi Insieme

Interessante la tematica dello psicologo di comunità.
Penso debba intrecciarsi allo psicologo individuale, che fa terapia di sostegno al singolo, in modo che le due competenze diventino complementari, invece che alternative : la conoscenza approfondita di casi singoli permette una comprensione approfondita delle tematiche di gruppo
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Come sempre, grazie per il rilancio (e per il giudizio sul titolo).
Buone ore
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grazie della visita, giorgio.
sì: non sono opzioni alternative. l’Uno si appoggi all’Altro. il fatto è che comunque siamo più fragili davanti ai problemi. e una psicologia basata sulla esperienza e la competenza è di sicuro aiuto
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ciao ale
linko e linkerò sempre i prodotti del tuo certosino lavoro di giornalista free lance
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