In una normale prassi il presidente del Consiglio e i ministri sono soliti intrattenere con il Presidente della Repubblica un filo costante di comunicazione …. – LASTAMPA.it

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Questa della mancanza di rapporti istituzionali o informali tra il Quirinale e il governo è un cruccio che Napolitano ha ormai da tempo. In una normale prassi il presidente del Consiglio e i ministri sono soliti intrattenere con il Presidente della Repubblica un filo costante di comunicazione, vanno a fargli visita, lo informano sull’evoluzione delle questioni aperte, gli chiedono consiglio. E, sia pure con l’irregolarità che caratterizza tutto l’andamento dell’attuale governo, una prassi del genere si era stabilita anche all’inizio di questa legislatura.

Ministri come Alfano e Gelmini, tanto per fare qualche esempio, impegnati in riforme rilevanti come quelle della giustizia o della scuola e dell’università, di tanto in tanto chiedevano udienza al Quirinale per condividere qualche valutazione.

Ma da un anno a questa parte, più o meno dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato il lodo Alfano e che Berlusconi ha considerato frutto di un complotto tra il Presidente della Repubblica e i giudici della Consulta, le relazioni si sono interrotte. Come se avessero ricevuto un ordine preciso, i ministri hanno prima diradato e poi cancellato del tutto le loro salite al Colle. Anche le comunicazioni con Gianni Letta sono divenute meno frequenti e spesso legate a situazioni d’emergenza. L’unico canale istituzionale rimasto positivamente aperto, con risultati che si sono visti di recente nei giorni della manovra economica, è ormai quello con Tremonti e la tecnostruttura del ministero dell’Economia.

Per il resto, le valutazioni del Presidente sono rimaste affidate quasi solo all’esame dei documenti formali, spesso trasmessi solo all’ultimo momento dagli uffici ministeriali.

L’ironia severa del Presidente – LASTAMPA.it.

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