Ugo Albano, IL SALTO NEL VUOTO Ovvero: dal gioco d’azzardo al gioco con se stessi

Non più l’eroina, né la cocaina, c’è un’altra sostanza che, secondo alcuni studi, si starebbe affermando nel nostro Paese e nel mondo intero: il gioco d’azzardo. E’ una dipendenza più subdola della classica “roba”, proprio perché pensata in una pratica popolare, quale è il gioco. E’ d’altra parte una dipendenza in cui è facile cadere, in quanto la “sostanza” in questione non è né vietata, né farmacologicamente rilevante. E’ una “dipendenza senza sostanza”, eppur capace di stravolgere la vita di chi ne è interessato. Tale dipendenza inizia ora ad afferire anche ai servizi specialistici,.

Sul piano specifico della dipendenza patologica alcuni ser.t. si stanno attrezzando, esistono già in giro per l’Italia diverse realtà di auto mutuo aiuto, stanno già nascendo“comunità terapeutiche” per questo tipo di popolazione. Ecco che allora la natura di questi servizi cambia: il loro oggetto di lavoro non è più la tossicodipendenza (vale a dire la dipendenza da sostanze tossiche), ma la dipendenza in sé (in quanto comportamento). Si passa cioè dalla sostanza (spesso vietata) all’uso-comportamento (permesso, anzi di regola incoraggiato e pure pubblicizzato dallo Stato)

segue qui:

6 commenti

    1. sì, ricordo
      l’ho pubblicato proprio pensando alla sua riflessione
      io, tuttavia, faccio sempre le opportune distinzioni fra “sostanze” e modalità d’uso.
      mettere tutte le dipendenze sullo stesso piano significa – anche se inavvertitamente – non essere sensibili sulle specificità di quelle che attaccano direttamente corpo e cervello
      grazie per il feedback
      buone ore
      paolo ferrario

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  1. Certo, credo che il paragone tra sostanza e dipendenza sia una provocazione per cercare di esaltare la gravità del problema. Almeno nel mio commento era così! Certo passa un abisso tra una sostanza che può uccidere e una dipendenza che raramente lo può fare, e forse proprio per questo il problema viene sottovalutato! ecco allora spuntare le provocazioni, per la stimolazione delle riflessioni.
    Saluti
    La ringrazio per la possibilità unica di condivisione che ci da attraverso il suo laboratorio!
    Saluti

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  2. Sono d’accordo con Cristina sulla sottovalutazione del problema. Il fatto che il gioco d’azzardo non causi le stragi del sabato sera lo fa passare decisamente in secondo piano rispetto alle questioni di alcool e droga. Spero che non venga sottovalutato ulteriormente nel progettare interventi adeguati. Storicamente il tentativo di stroncare il problema droga ha fallito miseramente, in quanto ci si accanisce sulle “prede facili”, ovvero i consumatori, piuttosto che contro chi ingrassa davvero sulla pelle di questi ultimi. La droga è purtroppo una parte della società, ciò che si deve eliminare è il business che si sviluppa intorno, e la stessa cosa per quanto riguarda il gioco d’azzardo.

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  3. “La tossicodipendenza come fenomeno ad ampia diffusione si impone in tutti i paesi sviluppati come problema politico e sociale di prima grandezza. Per le sue caratteristiche individuali e sociali determina i suoi effetti anche sul sistema dei servizi socio-sanitari, che quotidianamente devono fornire risposte alla domanda che ad essi arriva.
    Si tratta di un problema sovraccaricato dalla varietà dei modi della sua interpretazione. Gli approcci di tipo legale, medico, psicologico, educativo e sociologico, oltre ad utilizzare paradigmi teorici e pratiche operative specifiche, sono anche diversificati al loro interno. Vi sono inoltre convinzioni diffuse, opinioni, criteri di valutazione discordanti (repressione, controllo, legalizzazione, liberalizzazione) che bloccano la comunicazione reciproca, poiché ciascuno utilizza i propri codici di pensiero che difficilmente si riesce ad ancorare a dati reciprocamente accettati .
    In questo campo problematico è necessario mantenere un approccio a maglie larghe, per tener conto delle molte variabili che sono in gioco: …” in Politica dei servizi sociali, Carocci, 2001 (ma ancor prima 1987)
    il tempo in tema di giudizi sulle dipendenze sembra essersi fermato
    grazie per il commento
    e buon futuro
    Paolo Ferrario

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