Hanno preso il via lunedì 18 aprile le trattative a Lisbona per la definizione delle misure di austerità fiscale che il Governo portoghese si impegnerà ad attuare per poter ricevere il prestito internazionale, stimato in 80 miliardi di euro. Contestualmente in Finlandia sono stati resi noti i risultati delle elezioni che hanno visto il partito conservatore National Coalition Party, parte del governo uscente, guadagnare la maggioranza relativa dei voti (20,4%) e conquistare così 44 dei 200 seggi disponibili in Parlamento. Il partito social-democratico è rimasto all’opposizione raccogliendo il 19,1% dei consensi e aggiudicandosi così 42 seggi; il vero stravolgimento della compagine politica è derivato però dal successo riscosso dagli ultranazionalisti del partito dei “Veri Finlandesi”, che sono passati dal 4,1% al 19% dei voti, mentre ha perso consensi il partito di centro del governo uscente, che è crollato al 15,8% (dal 23,1% precedente) e si è così fermato a 35 seggi. Anche se lo scenario più probabile vedrebbe salire al governo una maggioranza formata da partito nazionale e socialisti, rimane critico il ruolo giocato dai Veri Finlandesi e i prossimi giorni risulteranno cruciali per valutare il grado di intransigenza del nuovo Parlamento, visto che sia il secondo che il terzo partito per numero di seggi detenuti si sono dichiarati apertamente anti-europeisti. Gli altri paesi membri dell’UE guardano con una certa apprensione a Helsinki dal momento che il Parlamento finlandese ha diritto di ratifica e, quindi, di veto sulle decisioni riguardanti i prestiti da concedere ai paesi in difficoltà.
