Rapporto annuale sul mercato del lavoro degli immigrati, 2012

Secondo i numeri del Governo, all’inizio del 2011 i cittadini stranieri residenti in Italia ammontano a più di 4 milioni e mezzo (4.570.317) con un’incidenza totale sulla popolazione del 7,5%. La crescita demografica che ha interessato il nostro Paese negli ultimi dieci anni (dal 2001 al 2011), è stata complessivamente abbastanza sostenuta, ma quella della popolazione straniera è stata tumultuosa, passando dagli 1,33 milioni del 2001 ai 4, 57 milioni del 2011!

Tale crescita ha caratterizzato in modo significativo il Nord (si è passati da 825 mila a 2 milioni e 798 mila stranieri) e il Centro (333 mila a 1 milione e 153 mila). Nel Mezzogiorno i valori sono più contenuti scontando una presenza straniera residente, al 2001, più contenuta (da 176 mila a 618 mila).

Uno dei dati salienti dello studio riguarda le comunità di immigrati, nel 2001 le 11 comunità più numerose rappresentavano il 6% della poloazione straniera, mentre nel 2011 sono il 66%. Cambia, quindi, profondamente anche l’impatto culturale delle comunità straniere sul sistema sociale con l’affermazione di lingue, costumi ed attitudini diverse e nuove.

Il dato più originale riguarda comunque il lavoro, infatti dal rapporto emerge una forte controtendenza nei livelli occupazionali degli immigrati. Se infatti come ben noto la disoccupazione fra la poloazione italiana continua a crescere al contrario fra gli immigrati si registrano, soprattutto negli ultimi 3 anni, tassi a 2 cifre di aumenti occupazionali.

Nell’ultimo anno gli occupati italiani sono, dunque, calati di circa 75 mila unità, mentre gli occupati comunitari ed extracomunitari, nonostante il peso della ben nota crisi economica sul mercato del lavoro, hanno conosciuto un incremento in termini assoluti equivalente, rispettivamente, a +42.780 e a +127.419 di individui.

DA Rapporto annuale sul mercato del lavoro degli immigrati.

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