da quando è stata definita tutta la strumentazione giuridica che ha reso possibile l’attuazione della legge sull’impresa sociale (l. 188/2005 e d.lgs. 155/2006), lo si è detto praticamente ogni anno. Solo che il boom delle imprese sociali ex-lege non c’è mai stato.
C’è stato però un altro boom, anzi due. Il primo: la crescita delle imprese sociali “di fatto”. Vale a dire le cooperative sociali in primis, di cui l’ultimo censimento Istat ha certificato l’aumento prepotente e che da sempre sono considerate l’esempio più significativo di attività economica socialmente ispirata e orientata. Ma anche tutte quelle organizzazioni che a prescindere dalla forma giuridica e dal fatto di essere inquadrabili come profit o non profit – distinzione che appare sempre meno dirimente – hanno un’attività che per fini e modalità è, di fatto, quella di un’impresa sociale.
Il secondo boom: l’interesse verso le imprese sociali, in Italia, in Europa e nel mondo. Cresciuto a livelli che forse nemmeno i più ottimisti avrebbero potuto immaginare.