Parigi 1 Le grida di «Allah Akhbar», Allah è grande, sono risuonate ieri sera a Parigi nel corso di una serie di attentati con granate e colpi di kalashnikov che hanno fatto in totale 112 morti e decine di feriti gravissimi (il bilancio è provvisorio). Oltre 70 cadaveri sono stati estratti dalla sala di concerti Bataclan, dove due terroristi hanno sparato sul pubblico, e preso ostaggi che poi sono stati uccisi. Almeno cinque poliziotti sono morti negli scontri con i terroristi nelle varie zone della capitale francesi. Dopo le stragi di gennaio aCharlie Hebdo e al supermercato kosher, la jihad è tornata nel cuore della Francia, con un massacro senza precedenti. Le autorità hanno fatto scattare il «piano rosso Alpha», preparato per fare fronte a questo tipo di attacco coordinato. Hollande ha decretato lo stato di urgenza in tutta la Francia, per la prima volta dalla guerra di Algeria, e la chiusura delle frontiere. Lo Stato islamico ha rivendicato l’attacco, promettendo altre azioni a Londra, Roma e Washington, in risposta all’intervento aereo della coalizione in Iraq e Siria(Montefiori, Cds).
Parigi 2 I terroristi sono entrati in azione più o meno allo stesso momento in sette zone: in rue Bichat, nel quartiere della République, davanti al ristorante asiatico «Petit Cambodge»; al café Carillon dall’altra parte della strada; all’angolo tra rue de Charonne e rue Faidherbe nell’XI arrondissement contro il bar La Belle équipe; allo Stade de France, dove era in corso la partita amichevole Francia-Germania; all’interno della sala di concerti Bataclan; al McDonald’s di Belleville; nel quartiere di Les Halles (ibidem).
Parigi 3 Al Bataclan, la sala concerti in stile orientaleggiante, suonavano gli Eagles of death metal. Il locale era gremito. Tre giovani terroristi a capo scoperto, armati di kalashnikov, d’un tratto sono entrati in sala urlando «Allah è grande» e hanno preso il controllo del pubblico. I primi colpi li hanno sparati in aria, la musica si è interrotta. I tre hanno poi sparato alla cieca sulla folla. Prima del blitz delle teste di cuoio francesi, hanno messo in fila un centinaio di ostaggi e li hanno uccisi uno ad uno. Qualcuno è riuscito a scappare. «Tutti si sono buttati a terra, quelli continuavano a sparare, era un inferno», ha raccontato in lacrime un testimone dopo essere stato liberato (Messina, Sta).
Parigi 4 Allo Stade de France, a Parigi, migliaia di persone stavano assistendo all’amichevole Francia-Germania quando tre violente esplosioni (almeno una delle quali provocata da un kamikaze) hanno fatto tremare la struttura. Il primo bilancio parla di almeno quaranta morti e decine di feriti, ma si teme che le vittime possano essere molte di più. Tra gli spettatori c’era anche François Hollande, forse il bersaglio degli attentati. Il Presidente francese è stato subito evacuato dallo stadio. Il match è stato sospeso per qualche minuto dopo la prima esplosione, avvertita distintamente sugli spalti. Solo al termine della partita, vinta 2-0 dalla Francia, molti spettatori hanno cominciato a capire cosa realmente era accaduto, mentre sui maxischermi si parlava di un non meglio precisato «incidente». Le inferriate attorno all’impianto sono state bloccate e agli spettatori è stato impedito di uscire: a quel punto si è scatenato il panico. Centinaia di spettatori si sono riversati terrorizzati sul prato insieme ad alcuni giocatori. Dalle immagini diffuse dalle televisioni si vedeva chiaramente un mare di persone che sui cellulari cercava notizie su ciò che avveniva fuori. Negli stessi minuti il centro di Parigi era sconvolto da tre sparatorie che hanno lasciato sul terreno decine di vittime (Caporale, Sta).
da http://www.cinquantamila.it/storyTellerGiorno.php?year=2015&month=11&day=14&fiore
Pierluigi Battista: La Francia è il terreno molle dell’attacco. Qui hanno assaltato le sinagoghe e le scuole ebraiche. Qui reclutano i militanti dello Jihad globale. E contano sulla solidarietà molle e volubile del mondo nei confronti delle vittime. Solo dopo pochi mesi dal massacro di Parigi, in America un nutrito gruppo di scrittori molto alla moda, capeggiati da Joyce Carol Oates, ha protestato per l’assegnazione di un premio nel nome della libertà d’espressione alla testata di «Charlie Hebdo». Hanno detto che con quelle vignette avevano offeso la religione islamica. Magari non meritavano la morte, ma una sanzione per l’abuso della loro libertà doveva pur esserci. C’è da stupirsi se poi i vignettisti superstiti hanno dichiarato che mai e poi mai avrebbero disegnato altre vignette sull’Islam? C’è da stupirsi se, dopo aver scoperto che ragazzi inglesi erano andati a ingrossare l’esercito dell’Isis, nei musei di Londra hanno prudentemente nascosto quadri che raffiguravano, e non in modo offensivo, immagini del Profeta? Abbiamo fatto tutti finta di non vedere. Hanno decapitato un dirigente industriale davanti a uno stabilimento di Lione e hanno lasciato la testa lì, per terrorizzare, come hanno fatto con il povero archeologo che custodiva con cura i tesori di Palmira. Facemmo finta di niente quando in Olanda ammazzarono il regista Theo Van Gogh, il regista di un cortometraggio intitolato «Submission» come il romanzo di Houellebecq, prima sparandogli e poi colpendolo ritualmente con un coltello, con un foglio in cui si diceva che questo era il destino di chi avesse avuto la temerarietà di criticare l’oppressione della donna nei Paesi islamici. da http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=60301 |


