un profilo di Mario Mieli: nonostante il suo Elementi di critica omosessuale – testo precursore degli studi queer – stia per essere pubblicato negli Stati Uniti comeTowards a Gay Communism, in Italia il nome di Mario Mieli rimane circondato dal silenzio assoluto. Federico Sardo racconta l’opera di uno degli intellettuali più estremi e provocatorii della sua generazione
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Nel 1977 Einaudi pubblica, con alcune modifiche e ampliamenti, la sua tesi di laurea in filosofia morale. Alla base di quel testo, Elementi di critica omosessuale, c’è il concetto di ermafroditismo originario di ogni individuo, da lui chiamato transessualità, che viene limitato sin dall’infanzia, indirizzandolo verso l’eterosessualità, attraverso quella che Mieli chiama educastrazione: “in questo libro, io chiamerò transessualità la disposizione erotica polimorfa e ‘indifferenziata’ infantile, che la società reprime e che, nella vita adulta, ogni essere umano reca in sé allo stato di latenza oppure confinata negli abissi dell’inconscio sotto il giogo della rimozione. Il termine ‘transessualità’ mi sembra il più adatto a esprimere, a un tempo, la pluralità delle tendenze dell’Eros e l’ermafroditismo originario e profondo di ogni individuo”.
Al fianco di queste teorie, più “poetiche” e psicanalitiche (è fondamentalmente Freud la grande auctoritas chiamata in causa) che scientifiche, c’è anche una forte dimensione politica: Mieli sostiene che la rivoluzione sia possibile solo a partire anche da una rivoluzione dei costumi e dei ruoli nella società, che il comunismo deve essere anche e innanzitutto all’insegna di un eros libero, molteplice e polimorfo.
Diventa una figura di primo piano nel dibattito pubblico sulle tematiche dell’omosessualità: viene invitato in televisione, parla di lui il settimanale Panorama, partecipa a un programma RAI con un segmento in cui, in tuta da operaio ma con i tacchi a spillo e truccato di tutto punto, intervista gli operai fuori dai cancelli dell’Alfa Romeo sulle tematiche della repressione sessuale. Da una conferenza a Brescia, 1982: “il trionfo dell’amore mobile, nobile, frizzante, effervescente, fluido, si può avere solo se il piacere carnale non viene più giudicato sporco perverso e peccaminoso: altrimenti la diffidenza, la paura, la nevrosi continueranno a inficiare i rapporti umani e la logica autolesiva dell’egoismo alienato ci porterà alla catastrofe irreparabile”.
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Sorgente: Mario Mieli, estremo e dimenticato – il Tascabile
Mario Mieli (Milano, 21 maggio 1952 – Milano, 12 marzo 1983) è stato un attivista italiano, teorico degli studi di genere. È considerato uno dei fondatori del movimento omosessualeitaliano.
Legato al marxismo rivoluzionario, è noto soprattutto come autore del saggio Elementi di critica omosessuale pubblicato nella sua prima edizione da Einaudi nel 1977.
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