La Commissione consultiva per le problematiche in materia di medicina difensiva e di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie ha come compito quello di fornire al Ministero della salute un supporto per l’approfondimento delle tematiche relative alla responsabilità professionale e alla medicina difensiva e l’individuazione di possibili soluzioni, anche normative.
Il Ministero inoltre ha raccolto in un documento i numeri e le ragioni del fenomeno in costante aumento. In particolare, la medicina difensiva incide sulla spesa sanitaria in misura pari al 10,5% del totale. Le voci più significative riguardano:
- farmaci: 1,9% della spesa
- visite 1,7%
- esami di laboratorio 0,7%
- esami strumentali 0,8%
- ricoveri 4,6%.
Il 77,9% dei medici ha praticato medicina difensiva almento una volta nell’ultimo mese di lavoro
Il report affronta anche il tema delle dimensioni del fenomeno e le ragioni per le quali la medicina difensiva è praticata. Le indagini scientifiche hanno dato risultati ampiamente sovrapponibili: il 77,9% del campione ha tenuto almeno un comportamento di medicina difensiva nell’ultimo mese di lavoro (92,3% nella classe 32-42 anni). Il 68,9% ha proposto o disposto il ricovero di pazienti che riteneva gestibili ambulatorialmente e il 61,3% ha prescritto un numero di esami maggiore rispetto a quello ritenuto necessario per effettuare la diagnosi.
Le motivazioni alla base dei comportamenti di medicina difensiva
Secondo le indagini riportate nel report, il 78,2% per cento dei medici ritiene di correre un maggiore rischio di procedimenti giudiziari rispetto al passato e il 65,4% per cento ritiene di subire una pressione indebita nella pratica clinica quotidiana a causa della possibilità di tale evenienza. Per il 67,5% si subisce l’influenza di esperienze di contenzioso legale capitate ai propri colleghi e il 59,8% ha timore di ricevere richieste di risarcimento. Inoltre il 51,8% risente di precedenti esperienze personali di contenzioso legale ed il 43,5% esprime il timore di ricevere pubblicità negativa dai mass-media. Infine il 15% teme di incorrere in sanzioni disciplinari.
Le azioni più frequenti di medicina difensiva
Il 58,6% dei medici ha chiesto il consulto di altri specialisti pur non ritenendolo necessario. Il 51,5% ha invece prescritto farmaci non necessari e il 24,4% ha prescritto trattamenti non necessari. Il 26,2% ha escluso pazienti a rischio da alcuni trattamenti, al di là delle normali regole di prudenza e il 14% ha evitato procedure rischiose (diagnostiche o terapeutiche) su pazienti che avrebbero potuto trarne beneficio.
Infine il report riprende una recente indagine Agenas del 2014 effettuata su 1500 medici ospedalieri in cui si evidenzia come il 58% dei camici bianchi pratica medicina difensiva e per il 93% è destinata ad aumentare. Lo studio spiega anche il perché si fa medicina difensiva:
- per il 31% è colpa della legislazione sfavorevole per il medico
- per il 28% il rischio di essere citati in giudizio
- per il 14% lo sbilanciamento del rapporto medico-paziente con eccessive richieste, pressioni e aspettative da parte del paziente e dei familiari.
La componente emotiva e la falsa sicurezza indotta dai comportamenti difensivi sono infatti tra i principali fattori che mantengono e potenziano il fenomeno. Secondo gli intervistati le soluzioni potenzialmente efficaci per ridurre il fenomeno sono per il 49% quello di attenersi alle evidenze scientifiche e per il 47% quello di riformare le norme che disciplinano la responsabilità professionale.
da Medicina difensiva e responsabilità professionale, insediata la Commissione consultiva
