La Flat tax entrerà in vigore in due tempi: «nel primo dovrebbero entrare le imprese, come spiegato ieri dall’economista leghista Alberto Bagnai, ma anche tutte le partite Iva, comprese le società di persone, le ditte individuali e i professionisti. In agenda, però, c’è anche un primo intervento sulle famiglie, magari limitato a quelle più numerose, anche perché non toccare per nulla l’Irpef di dipendenti e pensionati sarebbe complicato dopo una lunga campagna elettorale molto giocata sul tema. Le polemiche di ieri sul “rinvio” della riforma, esplose subito dopo le dichiarazioni di Bagnai, lo dimostrano bene. La Dual Tax per tutti (aliquota al 15% fino a 80mila euro di reddito famigliare, 20% sopra, con gli effetti descritti sul Sole 24 Ore di ieri), arriverebbe invece nel secondo tempo, dal 2020. Ma già il primo passo avrebbe effetti ad ampio raggio: la «tassa piatta» attuale, al 24%, riguarda infatti poco più di 1,2 milioni di imprese, mentre quella in costruzione si rivolgerebbe a oltre 4 milioni di soggetti. Il taglio riguarderebbe anche grandi realtà e multinazionali perché, commenta Armando Siri, che ha premuto per inserire la flat tax nel «contratto di governo», “il fisco deve servire anche per attrarre da fuori aziende e investitori”» [Mobili-Trovati, Sole].
