Scrive Tino Tajana a Paolo Ferrario
Carissimo Paolo,
volevo spiegare la mia posizione tecnica sul progetto Ticosa con calma; l’altra sera ero nervoso perché per trent’anni mi sono occupato di Ticosa e piangendo l’ho vista demolire con i fuochi d’artificio!.
Como ha lì la sua “necropoli”: lo straordinario cimitero monumentale.
Gli Etruschi costruivano i loro abitati e il tempio in cima al colle e le necropoli alla base di esso; vicino alle necropoli insediavano i luoghi di lavoro: le fucine del ferro, la produzione di vasellame, ma mai le abitazioni.
Veniamo al caso Ticosa.
L’area era la pertinenza agricolo-produttiva del borgo di San Rocco sino a fine ‘800 (cereali e ortaggi); poi la industria tessile ha iniziato a costruire un primo opificio e si è incrementata sino a occupare l’intera area da San Rocco a San Rocchetto. Quindi la produzione agricola si è convertita nella produzione tessile senza la presenza…
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