Raccontatemi chi sono stato prima di sopravvivere a “Charlie Hebdo”
A cinque anni dall’attentato jihadista costato la vita a dodici persone esce il libro di Philippe Lançon, uno dei giornalisti feriti
via Raccontatemi chi sono stato prima di sopravvivere a “Charlie Hebdo” – La Stampa
Philippe Lançon era nella redazione di Charlie Hebdo la mattina dell’attentato. La scampò, ma ebbe un quarto di faccia sfracellata dai proiettili. Scrive nel suo La traversata, pubblicato adesso da e/o: «Al posto del mento e della parte destra del labbro inferiore c’era non un buco, ma un cratere di carne distrutta e cascante che sembrava essere stata messa lì dalla mano di un pittore bambino, come colori a guazzo su una tela. Ciò che restava di gengive e dentatura era messo a nudo, e l’insieme, quell’unione di un viso per tre quarti intatto e per un quarto distrutto, faceva di me un mostro». Ricostruito con 15 operazioni e il sistema del lembo: «Si preleva un perone dal paziente e lo si trapianta su quel che resta della mandibola per compensare il deficit osseo. Vengono trapiantate anche una vena, un pezzo d’arteria e un po’ di pelle del polpaccio corrispondenti al perone prelevato, il kit completo, per vascolarizzare, ossia innaffiare come una pianta, l’osso aggiunto e permettergli di adattarsi al nuovo ambiente con una compagnia familiare» [Solinas, Giornale].