La decrescita demografica non è per forza un problema, di Caterina Zanfi , in Domani 9 settembre 2023

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La crescita demografica degli anni Cinquanta, quando in appena un decennio vennero alla luce mezzo miliardo di «boomer», è stata subito descritta come un segno positivo di gioioso entusiasmo e ottimismo. Oggi non pochi rileggono quel fenomeno come un flagello ambientale senza precedenti. 

Il sovrappopolamento del pianeta si basava sull’idea di una crescita infinita, illusione che si rivela di anno in anno più disastrosa. I boomer oltretutto non sono tutti uguali, come non lo sono i cinque miliardi di esseri umani nati dal 1960 a oggi: già negli anni Sessanta si calcolava che i consumi di un bebè americano avrebbero pesato per l’ecologia planetaria 25 volte quelli di un bebè indiano.

Fare meno figli, soprattutto nei paesi che consumano di più, sembrerebbe insomma il modo migliore per far prendere fiato al pianeta. È quello che vedevano con chiarezza gli ecologisti negli anni Settanta, le cui lotte convergevano spesso con quelle per l’emancipazione femminile.

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