“le radici di fdl restano nere”, intervista di Daniela Preziosi a Davide Conti, in Domani 12 febbraio 2024

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un estratto della intervista:

Alle radici della destra di governo c’è la storia di due leader del Msi, Giorgio Almirante e Pino Rauti. Uno, teorico del doppiopetto e manganello. L’altro, dell’eversione. Non «fascisti in democrazia», come si autodefiniva Almirante, ma Fascisti contro la democrazia, come spiega sin dal titolo il saggio dello storico Davide Conti, già autore di altre ricerche sulla destra italiana.

Sulla base di un’ampia mole di documenti, Conti ricostruisce la vicenda del Msi dalla nascita del 1946 al 1976 e con essa la costante rivendicazione dell’estraneità missina alla Repubblica e ai valori costituzionali. Ne indica l’intreccio con gli istinti e le trame eversive della destra extraparlamentare. Un disegno fallito, possiamo dire oggi con sollievo. Ma cosa lascia in eredità? «La trama eversiva nel suo esito più radicale, il colpo di stato, il rivolgimento anticostituzionale, non raggiunge lo scopo. Ma il lascito di quell’esperienza segna la storia della Repubblica», risponde Conti, «Il Msi dalla nascita si pone come elemento di raccolta di istanze ostili alla democrazia nata dalla Resistenza, e quindi alla Costituzione repubblicana. Un’avversità che, come sottolinea Aldo Moro in un discorso del 1962, non risiede solo nell’estrema destra ma anche in quella parte del paese che intende la Costituzione come un nemico degli assetti economici e di potere che avevano governato l’Italia, dall’Unità in poi. Il Msi rappresenta la sfida di questo non detto della Repubblica». …

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