Intervista allo storico Alessandro Portelli, a cura di Alessandra Preziosi, “Il 25 aprile sarà sempre divisivo. La premier non si definisce antifascista? Meglio: si mostra come è davvero”, in Domani, 13 aprile 2025, pagina 4

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Alessandro Portelli sul 25 aprile e l’antifascismo oggi
Lo storico Alessandro Portelli, in un’intervista rilasciata a Alessandra Preziosi per Domani (13 aprile 2025), ribadisce la natura intrinsecamente divisiva del 25 aprile, sottolineando come la festa della Liberazione non possa essere strumentalizzata per annacquare i valori antifascisti. «Il 25 aprile cesserà di essere divisivo solo quando tutti riconosceranno i principi costituzionali nati dalla Resistenza», afferma Portelli, criticando chi oggi tenta di svuotarne il significato5 6.

Sulla posizione di Meloni
Portelli esprime scetticismo sulla richiesta di dichiarazioni formali di antifascismo da parte della premier Giorgia Meloni: «Meglio che non si definisca antifascista: così mostra il suo vero volto». Lo storico evidenzia come l’attuale governo, attraverso proposte come la depenalizzazione del reato di tortura o politiche che reintroducono gerarchie sociali, incarni una deriva illiberale che richiama modelli autoritari1 5.

Antifascismo come lotta attuale
«Essere antifascisti oggi significa opporsi a una società basata sulla disuguaglianza», insiste Portelli, rifiutando una visione puramente commemorativa della Resistenza. La memoria partigiana, secondo lo storico, deve servire da bussola critica per interpretare le sfide del presente, dalla difesa dei diritti civili alla resistenza contro le democrazie illiberali1 5.

Il ruolo della memoria storica
Con la scomparsa dei testimoni diretti del fascismo, Portelli invoca una responsabilità collettiva nel preservarne la memoria attraverso la ricerca e la didattica. «La storia non è un museo: senza una coscienza critica del passato, perdiamo la capacità di agire sul presente»1 5.

Conclusione
Portelli chiude con un appello a non normalizzare posizioni nostalgiche: «Chi non si riconosce nei valori antifascisti resti a casa. La democrazia non può convivere con chi rimpiange il Ventennio»1 6.

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