Anne Applebaum, Autocrazie. Chi sono i dittatori che vogliono governare il mondo, Mondadori, 2024

Anne Applebaum, nel saggio “Autocrazie. Chi sono i dittatori che vogliono governare il mondo” (Mondadori, 2024), analizza l’evoluzione dei regimi autoritari contemporanei. L’autrice, premio Pulitzer, smonta l’immagine tradizionale del dittatore solitario che controlla esercito e polizia, definendola un anacronismo1 6.

Le nuove autocrazie operano attraverso reti transnazionali che uniscono:

Strutture finanziarie e gruppi di potere economico
Apparati di sicurezza (militari, paramilitari, polizia)
Esperti tecnologici per sorveglianza e disinformazione1 5 7.

Questi sistemi si fondano sulla preservazione del potere personale e della ricchezza, piuttosto che su ideologie, con un nemico comune: i valori democratici occidentali1 6. L’analisi include casi come Russia, Cina, Iran e Corea del Nord, evidenziando come sfruttino le divisioni interne alle democrazie5 7.

Applebaum sostiene che l’autocrazia sia un sistema modificabile, non un destino inevitabile, e lancia un appello per la difesa delle istituzioni democratiche1 6. Il saggio si presenta come un allarme geopolitico sulla crescente interconnessione tra regimi autoritari e le loro strategie di influenza globale5 7.

Esempi recenti di autocrazie con ambizioni globali
I regimi autoritari contemporanei stanno ampliando la loro influenza attraverso reti transnazionali e strategie geopolitiche aggressive, come descritto da Anne Applebaum e confermato da rapporti internazionali recenti:

Russia
L’invasione dell’Ucraina (2022-oggi) rappresenta un tentativo esplicito di ridisegnare gli equilibri europei, sostenuto da alleanze con gruppi paramilitari e disinformazione sistematica2 5. Il Cremlino opera attraverso strumenti ibridi (cyberattacchi, ingerenze elettorali) per destabilizzare le democrazie occidentali2 6.
Cina
Combina controllo tecnologico interno (sorveglianza di massa, sistema di credito sociale) con espansione economica globale (Nuova Via della Seta), promuovendo modelli autoritari in Africa e Asia5 6. Le proteste del 2022 contro le politiche zero-Covid hanno mostrato la repressione del dissenso6.
Iran
Il regime teocratico sostiene proxy regionali (Hezbollah, gruppi yemeniti) e progetti nucleari, sfidando le sanzioni internazionali. Le proteste del 2022-2023 per i diritti delle donne hanno evidenziato la ferocia repressiva5 6.
India di Modi
Sebbene formalmente democratica, viene sempre più descritta come “autocrazia elettorale” per il controllo dei media, la marginalizzazione delle minoranze e le riforme giudiziarie centralizzatrici37.
Corea del Nord
Mantiene una strategia di deterrenza nucleare e collabora con la Russia nello scambio di armi/tecnologie, come emerso durante la guerra in Ucraina5.

Nuove dinamiche autocratiche

Autocrazie post-sovietiche: Kazakistan e Bielorussia reprimono le proteste con violenza, sfruttando crisi sociali per consolidare il potere4 6.
Rete transnazionale: Applebaum evidenzia collaborazioni opportunistiche tra autocrazie (es. Russia-Cina-Iran) per indebolire istituzioni democratiche globali2 5.
Influenza tecnologica: Regimi come quello cinese esportano sistemi di sorveglianza e controllo digitale in paesi africani e asiatici1 6.

Casi emblematici

Venezuela: Nonostante il collasso economico, Maduro mantiene il potere attraverso apparati militari e sostegno russo-cinese5.
Turchia di Erdoğan: Pur in un quadro elettorale, utilizza leggi repressive e controllo giudiziario per silenziare l’opposizione[^1^].
Ungheria di Orbán: Modello di “democrazia illiberale” che influenza partiti europei sovranisti6.

(^1^) Menzione basata sul contesto generale, non esplicitamente citata nei risultati di ricerca forniti.
I risultati mostrano come queste autocrazie stiano sfruttando crisi globali (pandemia, conflitti) per giustificare repressioni interne e proiettare potere estero4 5 6.

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