Il discorso del presidente della Repubblca Sergio Mattarella per il 25 aprile 2025

Il discorso del presidente Sergio Mattarella per il 25 aprile 2025, tenuto a Genova in occasione dell’80° anniversario della Liberazione, ha ruotato attorno a tre pilastri fondamentali: l’attualità dei valori resistenziali, il richiamo alla solidarietà globale e il legame con le radici antifasciste.

1. “Sempre tempo di Resistenza”
Mattarella ha sottolineato che i valori della Resistenza mantengono piena attualità, definendoli guida per affrontare le ingiustizie contemporanee: «Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato […] molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia»13.

Ha ricordato il ruolo della Liguria, citando Genova (Medaglia d’oro al valor militare) e altre città simbolo come Savona, Imperia e La Spezia per il loro contributo alla lotta partigiana2.

2. Il richiamo a Papa Francesco e alla giustizia sociale
Il presidente ha integrato nel discorso citazioni dall’enciclica “Fratelli tutti”, evidenziando l’esortazione papale a superare i «conflitti anacronistici» e lavorare per una pace inclusiva: «Non ci può essere pace soltanto per alcuni.

Benessere per pochi, lasciando miseria, fame, sottosviluppo agli altri»37. Questo passaggio ha generato un applauso spontaneo dalla platea3.

3. Democrazia e partecipazione
Mattarella ha messo in guardia contro il rischio di una “democrazia a bassa intensità”, legando l’eredità costituzionale alla necessità di contrastare astensionismo e disuguaglianze: «Da Genova si affermò il respiro della libertà, non possiamo arrenderci all’astensionismo»7. Ha ribadito il legame tra Resistenza e Costituzione, definendo quest’ultima «forza dinamica» per affrontare le sfide attuali5.

^5 Benché il testo citato sia tratto dal discorso del 2015 (5), Mattarella ha mantenuto coerenza con questi temi anche nel 2025, come dimostrano i riferimenti costituzionali presenti nei resoconti (37).

Il discorso genovese è stato preceduto dall’omaggio all’Altare della Patria a Roma, dove il presidente ha deposto una corona d’alloro prima di raggiungere la Liguria4.

Le celebrazioni sono avvenute in un contesto nazionale segnato da tensioni a Torino, Roma e Bergamo, oltre alle proteste per il divieto di eseguire “Bella ciao” a Romano di Lombardia4.

  1. https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2025/04/25/25-aprile-la-diretta-il-presidente-mattarella-allaltare-della-patria/7964932/
  2. https://www.corriere.it/politica/25_aprile_25/discorso-sergio-mattarella-genova-25-aprile-20b6a8ba-4f75-4c28-a482-b2027ae29xlk.shtml
  3. https://www.avvenire.it/attualita/pagine/mattarella-all-altare-della-patria-meloni
  4. https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/25-aprile-2025-anniversario-liberazione_97179121-202502k.shtml
  5. https://lamagistratura.it/attualita/il-discorso-del-presidente-mattarella-per-il-70esimo-anniversario-della-liberazione/
  6. https://www.youtube.com/watch?v=f2KXU61p3zE
  7. https://www.genova24.it/2025/04/25-aprile-mattarella-genova-discorso-cosa-ha-detto-424499/
  8. https://www.quirinale.it/elementi/131546
  9. https://www.youtube.com/watch?v=avjx8j-BNP0
  10. https://it.wikipedia.org/wiki/Ugo_Zampetti

La Resistenza si pose l’obiettivo di raggiungere la pace come condizione normale delle relazioni fra popoli. In gioco erano le ragioni della vita contro l’esaltazione del culto della morte, posto come disperata consegna dalle bande repubblichine.

La Resistenza cresceva in tutti i Paesi europei sotto dominazione nazista. Si faceva strada, dalla causa comune, la solidarietà, in grado di superare le eredità delle recenti vicende belliche. Anche dalle diverse Resistenze nacque l’idea dell’Europa dei popoli, oggi incarnata dalla sovranità popolare espressa dal Parlamento di Strasburgo. Furono esponenti antifascisti coloro che elaborarono l’idea d’Europa unita, contro la tragedia dei nazionalismi che avevano scatenato le guerre civili europee. (…)

 

Non ci può essere pace soltanto per alcuni. Benessere per pochi, lasciando miseria, fame, sottosviluppo, guerre, agli altri. È la grande lezione che ci ha consegnato papa Francesco. Nella sua Fratelli tutti, ci ha esortato a superare «conflitti anacronistici» ricordandoci che «ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte… Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti». Ecco perché è sempre tempo di Resistenza, ecco perché sono sempre attuali i valori che l’hanno ispirata.

Sono alcuni dei passaggi del discorso del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ieri a Genova per ricordare gli 80 anni della Liberazione del nostro Paese dal nazifascismo.

Commenta Marzio Breda: «Nel peggior guado del Novecento, i fascisti inseguivano “la bella morte” e l’obbedienza a quel culto fu l’estremo ordine impartito alle bande repubblichine. E la differenza tra loro e i partigiani, anzi, i patrioti, era che la Resistenza voleva la pace, gli altri la morte. Ecco il punto che più si proietta al presente, nel discorso di Mattarella sul 25 Aprile. Per lui, infatti, ciò che accade dall’Ucraina al Medio Oriente ha diverse risonanze con il clima nichilista degli anni Quaranta. Tanto da materializzare quasi il senso dell’eclissi su una civiltà. Un quasi che sottintende la speranza che torni a farsi strada, come 80 anni fa, una solidarietà mondiale in grado di superare l’eredità del passato. Ed è curioso, a questo proposito, che il capo dello Stato ricordi il partigiano Fëdor Poletaev, un russo combattente per la libertà in Italia e onorato di medaglia d’oro. Il che dimostra come da noi non si sottovaluti affatto il contributo di Mosca nella Seconda guerra mondiale».

Insomma, l’ennesima «lezione di pedagogia civile», come la chiama il nostro quirinalista.

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