Barbara Rosina, presidente dell’Ordine degli assistenti sociali: “Noi assistenti sociali non rubiamo i figli. Interveniamo dove l’amore non basta”, articolo pubblicato sul quotidiano La Stampa

L’articolo pubblicato su La Stampa con la dichiarazione di Barbara Rosina, presidente dell’Ordine degli assistenti sociali, sottolinea che gli assistenti sociali “non rubano i figli” e che il loro intervento avviene nei casi in cui “l’amore non basta”.

Rosina evidenzia il ruolo professionale e la responsabilità degli assistenti sociali nel tutelare i diritti delle persone più vulnerabili, soprattutto dei minori, non per privarli delle loro famiglie, ma per garantire la loro sicurezza e benessere nei casi in cui la situazione familiare è critica.

Questa posizione mira a contrastare le percezioni errate e accuse ingiuste rivolte verso la categoria dei professionisti del servizio sociale.

Barbara Rosina inoltre ha spesso ribadito l’importanza della professione come presidio di giustizia sociale e difesa dei diritti costituzionali, richiedendo competenze aggiornate, formazione adeguata e un numero sufficiente di assistenti sociali sul territorio per rispondere efficacemente ai bisogni della comunità.

L’Ordine non si limita a difendere interessi corporativi ma rappresenta una garanzia pubblica di tutela per le persone assistite, in particolare i minori e le famiglie in difficoltà, lavorando in un’ottica di protezione e supporto sociale.

Questo tema è particolarmente sentito in Italia, dove le reazioni di opinione pubblica a casi di affidamento o allontanamento di minori possono generare fraintendimenti.

Rosina invita pertanto a riconoscere il ruolo fondamentale degli assistenti sociali nel contesto di interventi delicati che mirano a ricostruire reti di fiducia e protezione laddove l’amore e la cura familiare da soli non garantiscono la sicurezza e lo sviluppo dei bambini.

In sintesi, nell’articolo di La Stampa Barbara Rosina difende la professionalità e l’etica degli assistenti sociali, ribadendo che il loro intervento è guidato dall’interesse superiore dei minori e delle persone fragili, non da intenti punitivi o arbitrari, ma da un dovere di protezione sociale e rispetto dei diritti umani e costituzionali.oaspiemonte+2

  1. https://www.oaspiemonte.org/barbara-rosina-e-la-nuova-presidente-del-cnoasla-strada-e-segnata-andiamo-avanti-insieme
  2. https://www.welforum.it/si-le-e-gli-assistenti-sociali-sono-il-servizio-sociale/
  3. https://www.agensir.it/quotidiano/2025/11/20/assistenti-sociali-rosina-cnoas-la-riforma-della-professione-non-puo-piu-attendere-mettere-al-centro-i-diritti-dei-piu-fragili/
  4. https://www.oasliguria.org/
  5. https://www.quotidianosanita.it/cronache/articolo.php?articolo_id=131279
  6. https://www.oaspiemonte.org/report-lavori-mandato-2014-2018
  7. https://www.instagram.com/p/DRfYo5gjbXR/
  8. https://www.agensir.it/quotidiano/2025/2/20/giornata-operatori-sanitari-rosina-cnoas-noi-assistenti-sociali-ci-siamo-sempre-ma-siamo-troppo-pochi-serve-riorganizzazione/
  9. https://www.facebook.com/OrdineAssistentiSociali/posts/prima-che-su-ogni-tipo-di-media-social-compresi-si-scatenassero-nella-rissa-proc/1305448378277378/
  10. https://www.fondazionepromozionesociale.it/PA_Indice/079/79_i_servizi_socio-assistenziali_non_sono_ladri.htm

dalla pagina del CNOAS in facebook:

CNOAS – Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali

Tutti possono commettere errori medici, giudici, psicologi, giornalisti (…), ma voglio dire che non tollereremo mai più che un intero corpo professionale, composto di oltre 48mila assistenti sociali, venga criminalizzato”.
 
Una lunga e dettagliata intervista della presidente dell’Ordine su La Stampa, condotta per fare davvero servizio pubblico e non un articolo a tesi, da Francesca del Vecchio.
 
Nel rispetto del lavoro della giornalista, riportiamo soltanto alcuni concetti, invitandovi ad accedere al sito o ad acquistare il quotidiano.
 
▪️ “C’è chi costruisce, ancora una volta, un clima di sospetto, nonostante le assoluzioni abbiano smentito le accuse di chi a Bibbiano era arrivato per prima e se ne sarebbe andato per ultimo. Le decisioni non vengono mai prese in solitudine: sono condivise con magistrati, psicologi, educatori, psichiatri. Esistono protocolli nazionali, linee guida, valutazioni tecniche. (…) Nessun intervento nasce dall’oggi al domani. Le segnalazioni aprono percorsi lunghi: mesi, alcune anche più di un anno. Si propongono interventi educativi a domicilio, sostegni scolastici, accompagnamenti quotidiani, aiuti pratici per la gestione della vita familiare. L’obiettivo è mettere i genitori nelle condizioni di farcela (…).L’allontanamento, nella maggior parte dei casi temporaneo, è l’estrema ratio, prevista solo quando tutti i tentativi falliscono e quando c’è un rischio reale per la salute, la crescita o la sicurezza dei bambini”.
 
▪️ “L’ amore non basta. La letteratura scientifica è chiara: servono scuola, cure sanitarie, relazioni sociali, una rete familiare, un contesto che favorisca uno sviluppo sano. Non è un’opinione, è un dato. (…) Pensiamo alle famiglie in cui il minore è vittima di violenza sessuale: in molte di quelle circostanze, al bambino viene fatto capire che l’abuso è un atto di amore. E quei bambini amano follemente i genitori. Questo vuol dire che sia sufficiente per non intervenire?
 
▪️ “L’ ostilità verso gli assistenti sociali nasce dal fatto che siamo una delle pochissime professioni che entrano nelle case per valutare la sicurezza dei bambini. Questo genera paura e conflitto. In situazioni di separazioni, violenze domestiche, dipendenze, malattie mentali, qualcuno ci accuserà sempre di aver sbagliato: chi dice ‘avete portato via mio figlio’, chi dice ‘non l’avete protetto abbastanza’. Poi ci sono influencer e opinionisti che diffondono false informazioni: noi non possiamo rispondere perché siamo vincolati al segreto d’ufficio. Ed è facile colpire chi non può difendersi”.