Granovetter Mark, La forza dei legami deboli e altri saggi, introduzione e cura di Massimo Follis, Liguori editore, 1998

Il presupposto fondamentale da cui parte Mark Granovetter, nell’introduzione de La forza dei legami deboli (Liguori, 1998, a cura di Massimo Follis), è che non si possano comprendere i fenomeni economici senza considerarne la dimensione sociale.

Economia e società sono strettamente intrecciate: le azioni economiche sono, prima di tutto, azioni sociali, e le istituzioni economiche vengono plasmate nel tempo da comportamenti individuali e collettivi che non sono sempre guidati dalla sola efficienza o dal calcolo razionale6 8.

Granovetter critica sia la visione economica “sottosocializzata” (dove l’individuo agisce solo per interesse personale) sia quella sociologica “ultrasocializzata” (dove l’individuo è totalmente determinato da norme e valori sociali), perché entrambe trascurano il ruolo concreto delle reti sociali in cui gli individui sono inseriti8.

Secondo Granovetter, la fiducia, l’identità sociale e il potere si generano e si comprendono solo all’interno delle strutture di relazione: il concetto chiave è quello di radicamento (embeddedness), ovvero il fatto che gli attori economici agiscono sempre all’interno di reti sociali che condizionano e spiegano le loro scelte6 8.

Questa prospettiva, che si oppone al funzionalismo dominante, restituisce complessità alla realtà sociale ed economica e fonda la nuova sociologia economica: i fenomeni economici sono costruzioni sociali e vanno studiati nel loro contesto di reti, relazioni e storia6.

Granovetter mostra così che solo guardando alla struttura delle relazioni sociali possiamo davvero comprendere le motivazioni e le dinamiche dell’azione economica.

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