Prodi, il leggendario, vince la scommessa della seconda legge finanziaria

SABATO, 17 NOVEMBRE 2007

La leggenda del santo mediatore continua.
Perfino De Bortoli, il direttore del Sole 24 Ore che era scettico, riconosce la “grande tenacia di Romano Prodi”.
Il governo supera il traguardo della seconda legge finanziaria, lo strumento di base delle politiche pubbliche per il prossimo anno.
161 voti favorevoli, 157 contrari.
C’è qualche mese di fiato nella politica italiana..
Quello sufficiente a far sprigionare l’abilità tattica e strategica di Veltroni.
I detrattori (invidiosi da girone dantesco: occhio alla serata-evento con Roberto Benigni) si accorgeranno presto de i talenti di Walter Veltroni.
Il suo  indirizzo è chiarissimo: perseguire obiettivi di interesse per tutto il paese, non quelli di un singolo partito, come il nascente Partito Democratico.
Ottimo metodo.
Argomentazioni altrettanto conseguenti.

“L’opposizione, forte nel Paese di un consenso popolare senza precedenti, in Parlamento è sostanzialmente impotente, nonostante i numeri di Palazzo Madama.
Per il centrodestra, se non vogliamo che Prodi abbia gli anni contati, è davvero doveroso riflettere e cambiare strategia.
Alleanza nazionale si augura che ciò accada in fretta e unitariamente, perché dividerci oggi sarebbe davvero imperdonabile. Al centrodestra serve una strategia semplice e chiara che parta da un dato politico tanto ovvio quanto fin qui pervicacemente negato da Berlusconi.
Il governo cadrà un secondo dopo che si avrà certezza che dopo Prodi non si torna subito alle urne con l’attuale legge elettorale. Giusto o sbagliato che sia è così, perché continuare a negarlo contro ogni evidenza? L’attesa dell’implosione della maggioranza rischia di essere l’attesa di… Godot se il centrodestra non contribuisce alla sollecita rimozione del macigno che sbarra la strada alle nuove elezioni: l’attuale legge elettorale, una legge che obbliga tutti ad alleanze eterogenee in cui è enorme il potere di interdizione e di ricatto anche di formazioni ultraminoritarie, con ridottissimo consenso popolare e che non a caso proliferano come i funghi dopo le piogge.”

Gianfranco Fini, Corriere della Sera, 16 novembre 2007


Lo scenario è questo.
Bene.
Molto bene.

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