Romano Prodi, Diario cinese: la Cina già da oggi si presenta in molti campi come la società più capitalistica nella scena mondiale., Il Messaggero 17 marzo 2010

…. la Cina soffre di enormi disparità tra le diverse regioni, tra città e campagna e tra diversi gruppi sociali ed ha solennemente aggiunto che l’uguaglianza e la giustizia sono “più splendenti del sole” e che, insieme all’aumento della produttività, costituiscono il principale obiettivo della politica del governo.
Fino ad ora, tuttavia, l’aumento della produttività è stato l’obiettivo dominante , come se anche un modesto rallentamento di questa poderosa corsa potesse rompere in modo irreparabile tutti i delicati equilibri che hanno permesso alla Cina di percorrere il cammino dello sviluppo ad una velocità mai sperimentata in precedenza.
Una velocità che si riesce a comprendere solo visitando le immense nuove univerisità  …
Fa davvero impressione visitare uno di questi nuovi insediamenti universitari, con quarantamila studenti, tremila professori e vedere tutto in piena attività in un pomeriggio di sabato. Non ci si deve perciò stupire se più di metà della crescita cinese viene attribuita all’enorme aumento dell’istruzione a tutti i livelli sia sotto l’aspetto qualitativo che quantitativo.
Entrando in contatto con queste realtà e vedendo il livello di eccellenza raggiunto e la profondità dei rapporti con le strutture produttive ( dai cantieri navali alle imprese farmaceutiche, dalle biotecnologie alle energie alternative) non vi è alcun dubbio che sia già cominciato un secondo tempo della concorrenza cinese, quello fondato sulla scienza e l’innovazione.
…  la Cina già da oggi si presenta in molti campi come la società più capitalistica nella scena mondiale.
Non pensiamo naturalmente che il futuro sia privo di rischi, non solo per la crescente disuguaglianza dei redditi di cui abbiamo parlato in precedenza, ma per i problemi dell’ambiente ( che qui assumono una dimensione gigantesca) ma anche per la necessità di reperire le risorse vitali per un miliardo e trecentocinquanta milioni di persone che aumentano in modo esponenziale i loro consumi. E nemmeno può essere trascurata la necessità di costruire un moderno sistema finanziario e bancario, senza il quale questa nuova fase dello sviluppo cinese non può essere messa in atto. Ed infine resta estremamante pericoloso il fenomeno della corruzione che appare così diffuso da essere stato oggetto di durissime denuncie nel corso della stessa Assemblea Annuale del Popolo che si è svolta negli scorsi giorni a Pechino.
A proposito della dffusione della corruzione mi ha creato una certa curiosità l’evidenza con cui la stampa ha presentato la notizia che alcune centinaia fra arbitri e dirigenti delle massime squadre e associazioni calcistiche sono state inviate per alcuni giorni in campi di rieducazione a causa del livello di corruzione imperante nel settore. Nel leggere questa notizia ho espresso ai miei interlocutori il sospetto che il forte intervento delle autorità non derivi soltanto dalla doversosa lotta contro la corruzione ma anche da una diffusa irritazione per i poverissimi risultati internazionali in uno sport che i cinesi amano alla follia, seguendo con passione anche le vicende del nostro campionato. Un’ipotesi subito ridimensionata da un esperto conoscitore della realtà quotidiana del paese che mi ha fatto presente che difficilmente si può diventare campioni di calcio se si resta a scuola fino alle cinque di sera e poi si deve correre a casa a fare i compiti. Alla vigilia del campionato del mondo, consoliamoci quindi col pensare che anche un sistema scolastico diffuso e severo può avere i suoi svantaggi.
Romano Prodi
2010-3-15

Il Messaggero articolo

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