Genocidio, peggio della guerra Giulio Meotti intervista Daniel Goldhagen

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La gente non sa (mentre tutti coloro che si occupano di politica e del mondo dovrebbero saperlo) che dall’inizio del XX secolo sono morte più persone per mano di assassini genocidi che nelle guerre convenzionali militari. Per questo il genocidio, come annuncia il titolo del libro, è peggio della guerra. La nostra epoca è stata letale per svariate ragioni. Il grande potere di trasformazione del nostro tempo, il fatto che gli stati possano alterare le società dall’alto verso il basso hanno spinto leader visionari a produrre ideologie che volevano trasformarle e per farlo dovevano eliminare gruppi della popolazione che loro pensavano fossero d’intralcio. Da qui i leader hanno «risolto» preventivamente i propri problemi eliminando i potenziali concorrenti. E i leader politici hanno scoperto dai precedenti genocidi che la comunità internazionale non avrebbe fatto nulla se avessero deciso di massacrare coloro verso cui avevano pregiudizi e grande odio. Dal Ruanda a Srebrenica, abbiamo assistito negli anni al fallimento della legalità internazionale nel perseguire una politica umanitaria. Come giudica questa bancarotta?
Dobbiamo fare i conti con la spiacevole circostanza che la comunità internazionale non ha fatto nulla mentre questi regimi sterminavano le popolazioni. Non è mai stata invocata la convenzione delle Nazioni Unite perla prevenzione e la punizione del genocidio. L’Onu, proteggendo la sovranità, è stata più un facilitatore del genocidio che una forza contro di esso. La comunità e la legge internazionali dicono che nel caso in cui uno stato elimini la propria gente all’interno dei propri confini, potremmo dire al leader che è una persona malvagia e che la Corte penale internazionale, senza capacità di azione, potrebbe processarlo. Ma a parte questo, i killer genocidi godono di una effettiva impunità.

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DA: Informazione Corretta

2 commenti

  1. “La gente non sa (mentre tutti coloro che si occupano di politica e del mondo dovrebbero saperlo)”:mi chiedo se veramente non sappia o se finga di non sapere, il silenzio è spesso più comodo, più vantaggioso e la dimostrazione sta nella risposta che viene data alla domanda: “la comunità internazionale non ha fatto nulla mentre questi regimi sterminavano le popolazioni”. Inoltre “L’Onu, proteggendo la sovranità, è stata più un facilitatore del genocidio che una forza contro di esso”: è davvero necessario proteggere questo genere di sovranità? Quando si riuscirà a mettere al primo posto la vita delle persone, la loro protezione in quanto esseri umani, in ogni situazione?

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  2. buongiorno a lei
    conosco la storia e l’importanza di questo film ( “Hotel Rwanda”). ma non l’ho ancora visto (sono un “ladro” di internet e lo trovo di sicuro su emule)
    il genocidio del rwanda è la massima vergogna della inutilità e del disintereesse delle organizzazioni internazionali che in nome della real politik se ne sbattono delle centinaia di dittatori che ancora asfissiano le democrazie della terra (per esempio Fidel Castro è il più longevo di loro: ho notato che i dittatori, a meno che la storia li tolga di mezzo, vivono molto a lungo)
    sonoi contento che abbia messo l’attenzione a quel “messaggio in una bottiglia” contenuto in quel post
    grazie per il messaggio
    e arrivederci
    paolo ferrariio
    (in risposta ad una lettera privata)

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