Aristotele ha insistito sul fatto che l’uomo è un animale politico dotato di linguaggio. Questo è confermato dall’esplosione di gadget dedicati alla comunicazione.Se ci fosse un premio per le visioni apocalittiche del Web, andrebbe sicuramente a questo bel libro di Raffaele Simone, Presi nella rete (Garzanti), in cui il mondo del Web, sin dal “Prologo in treno”, dove tutti sono intenti a trafficare con i loro aggeggi e a ciacolare del più e del meno ripetendosi sempre le stesse cose ha la fisionomia dell’inferno dantesco. Anzi, visto che prevale il grottesco, della Divina Commedia nella versione Disney.
Di chi la colpa? Degli aggeggi, cioè dei telefonini, dei computer, degli iPad e degli iPod. L’ipotesi di Simone è che il nostro rapporto con la tecnologia sia di esattamento, cioè il contrario dell’adattamento. È la tecnologia che crea i bisogni invece che l’inverso, come avveniva nella interpretazione ottimistica e umanistica di McLuhan: i media non sono estensione dell’uomo ma, al contrario, l’uomo è l’estensione dei media.
da Presi nella rete, di Raffaele Simone – La recensione di la Repubblica – ilmiolibro.it.
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