Intervista a Giovanni Carlo Zapparoli

G. C. Zapparoli è noto soprattutto per la grande esperienza nel campo della cura delle psicosi. Il suo approccio epistemologico allo studio delle patologie gravi è volto a integrare diverse forme di sapere e di modelli teorici e dà luogo ad una tecnica che prevede alcune variazioni rispetto al metodo psicoanalitico classico.

D.: Professore, può esporre, sinteticamente, il suo concetto di psicosi e di intervento terapeutico per la psicosi ?

R.: In varie pubblicazioni, che sono iniziate nel ’67 con La psicoanalisi del delirio, ho cominciato a esporre i risultati della mia esperienza clinica relativa alla psicosi. Gli aspetti fondamentali che fin dall’inizio ho esplorato e approfondito, riguardano il significato del panico psicotico e i tentativi di auto terapia che lo psicotico attua con la principale finalità di poter negare i propri bisogni, sentiti come limite inaccettabile in quanto creano uno stato di dipendenza, fonte di un’angoscia disorganizzante, non solo dal bisogno ma anche dall’oggetto di bisogno.

D.: Che lei definì: il bisogno di non aver bisogni?

R.: Esattamente, e alla negazione dei bisogni sono rivolti i suoi tentativi di auto cura. Tre sono a mio parere le manifestazioni principali di questi tentativi. Il delirio di fine del mondo, modalità di auto cura rispetto al panico che gli deriva dalla percezione del limite, in particolare del limite estremo, quello della morte. Proietta quindi il senso della propria distruzione all’esterno e il pericolo della distruzione del mondo rende motivato e comprensibile il suo panico. Il delirio di negazione è rivolto sia al bisogno che all’oggetto di bisogno, quindi anche alle cure e a coloro che gliele somministrano. Le fantasie di rinascita esprimono la convinzione onnipotente di poter superare il panico di fronte al limite e ai bisogni attraverso una rinascita, in una realtà illusionale, priva delle costrizioni della realtà esistente, sia la propria che quella esterna.

tutta l’intervista qui: Intervista a Giovanni Carlo Zapparoli.

Un commento

Lascia un Commento se vuoi contribuire al contenuto della informazione