È uscito dal braccio della morte all’ora di pranzo, circondato da poliziotti con l’elmetto, la divisa nera e i guanti bianchi. Lo hanno portato davanti alla telecamera della tv di Stato cinese, gli hanno tolto le manette dai polsi, gli hanno piegato le braccia dietro la schiena e gli hanno passato una corda intorno al collo, costringendolo quasi a inginocchiarsi. Poi gli hanno messo le catene ai piedi e lo hanno portato via. Sorrideva, o forse era solo un ghigno per farsi coraggio quello del birmano Naw Kham, che pochi minuti dopo è stato giustiziato con un’iniezione letale. Stessa sorte per tre complici, un thailandese, un laotiano e un apolide.
COME UN BALZO NEL PASSATO – Per la Cina è stato un balzo nel passato, ai tempi delle esecuzioni pubbliche. Naw Kham, 44 anni, era birmano e per anni era stato il Padrino del Mekong, capo di una banda di un centinaio di trafficanti di droga e rapitori che lavoravano sul grande fiume. segue qui Cina, i boss giustiziati in diretta tv – Corriere.it.