Dopo un periodo di silenzio il tema del federalismo fiscale è rientrato nel dibattito pubblico. Le dichiarazioni del ministro per gli Affari Regionali e Territoriali Graziano Del Rio ha riportato in auge il tema. Il ministro ha auspicato «che si vada avanti con il federalismo fiscale, si parli di costi e fabbisogni standard e si faccia chiarezza sui contenziosi tra Regioni e Corte Costituzionale per quanto riguarda il Titolo V della Costituzione». Da Alexis de Tocqueville fino a Wallace Oates il federalismo è stato uno dei temi cardine per la libertà e per la migliore gestione della fiscalità e della spesa pubblica. Secondo il teorema del decentramento del professore americano, una scelta federale migliora ed ottimizza i servizi che possono essere diversi tra una regione e l’altra. La questione che è sempre stata posta dai detrattori del federalismo è: come faranno ad andare avanti le Regioni più povere e con capacità fiscale, quindi di tassazione minore? A rispondere è stato lo stesso ministro Del Rio: «Le regioni più forti dovrebbero accollarsi gli oneri di quelle più deboli con maggiore responsabilità». Il ministro ha precisato che trattandosi di un federalismo concertativo e non competitivo dovrebbe funzionare in questo modo. Chissà cosa ne pensano i leghisti paladini del federalismo fiscale. Per chiarire ulteriormente la situazione abbiamo chiesto un parere ad uno dei maggiori esperti di federalismo, il prof. Luca Antonini, docente di diritto costituzionale e diritto costituzionale tributario e autore del libro “Federalismo all’italiana”. – See more at: http://www.lindro.it/economia/2013-06-19/87915-il-ritorno-del-federalismo-fiscale#sthash.QMTFn09M.dpuf