fossimo i genitori di Vanessa e Greta non metteremmo i nostri figli nelle mani di un signore che come biglietto da visita usa una foto di se mascherato con una kefiah palestinese sotto un grande striscione con scritto «Gaza resisti». E soprattutto ci chiederemmo quale sia l’equidistanza, la ponderatezza di un personaggio che a 46 anni posta frasi del tipo «Allam, Ferrara, Pacifici e Di Segni. Poker di merde» o ancora «un giorno pagherete tutto merde sioniste». Tutto questo per dire che un elemento del genere all’interno di una Onlus non fa pensare a un’associazione umanitaria, neutrale e indipendente stile Croce Rossa, ma piuttosto a un’organizzazione ideologicamente schierata, quasi militante. Il che non è un delitto ed è assolutamente lecito. Ma cercar di decifrare gli eventi del mondo attraverso il filtro dell’ideologia rischia di regalare pericolose allucinazioni. E questa è la principale responsabilità del cattivo maestro Roberto Andervill.
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