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Le giornate dei poliziotti della squadra parigina dell’Unità di Protezione dell’Infanzia li vedono impegnati in casi spesso simili anche se ognuno con una sua specificità. Vedono passare dinanzi alle loro scrivanie bambini abusati e i loro parenti chiusi in difesa a riccio, piccoli ladruncoli e ragazzine dalla sessualità ormai fuori controllo. Per ognuno di questi casi uomini e donne dell’Unità debbono sforzarsi di trovare la soluzione meno indolore per le vittime. Non è mai facile anche perché essi stessi hanno il problema di equilibrare le loro vite private con un lavoro che li mette costantemente dinanzi al peggio di quanto l’umanità possa porre in atto nei confronti di esseri indifesi. |
tutta la scheda qui: Polisse – MYmovies.
RECENSIONE IN http://www.domenicale.org/?p=1632
La regista, proprio come il suo personaggio, vuole mostrare la realtà: la fondamentale attività che svolgono questi agenti, la passione che mettono nel loro lavoro, ma anche i problemi che esso genera alla loro emotività e alla loro vita privata.
La squadra affronta vari casi: dallo sfruttamento di bambini come borseggiatori alla ragazza scappata di casa, dalla madre che non può mantenere il figlio al rapimento di minore, ma soprattutto affronta casi di abuso sessuale.
Questi ultimi sono vari e consentono di comprendere che un abuso può essere commesso da una persona ricca o povera, da una donna o da un uomo, in un quartiere malfamato o in un quartiere per bene, ma quasi sempre da persone vicine: il nonno, il padre, la madre, l’insegnante.
I personaggi formano una squadra efficiente e compatta, ma spesso sorgono contrasti.
Questi sorgono in ogni luogo di lavoro, quando più persone che non si sono scelte a vicenda sono costrette a trascorrere tante ore insieme ed a cooperare, ma l’impressione che mi è stata trasmessa da questo film è ben diversa. Questi poliziotti perdono una parte del loro cuore e della loro serenità ogni volta che affrontano un caso. Accumulano tensione, rabbia, risentimento e un senso di impotenza per tutto quello che continuano a vedere e tutto quello che non riescono a fare per evitarlo. E tutti questi sentimenti non possono che portarli anche a casa, con il rischio di rovinare non solo le relazioni con le persone a loro vicine, ma anche l’equilibrio della loro esistenza. Accanto a chi, tra loro, non sembra mostrare grandi problemi, troviamo invece chi beve troppo, chi è bulimico, chi troppo aggressivo e chi arriverà al gesto autolesionistico più estremo.

