MERCATO DEL LAVORO NEWS – n.12
Osservatorio ISTAT sull’occupazione: dati Marzo 2017.
Il dato “ambientale” conferma la tendenza degli ultimi mesi: l’occupazione cresce dello 0,2% nel trimestre gennaio-febbraio rispetto a quello precedente, e su base annua dello 0,9%.
Vale la pena estrarre alcuni dati che segnalano fenomeni particolari e interessanti.
Primo: l’occupazione a tempo indeterminato cresce più di quella a termine: nel mese di marzo i nuovi contratti permanenti sono risultati essere circa 41.000, contro 22.000 a termine. Tendenza che conferma, accelerandola, quella riscontrabile nel periodo più lungo cioè gennaio – marzo 2017 rispetto a ottobre – dicembre 2016: + 40.000 i contratti definitivi e +33.000 quelli a termine. Su base annua (marzo 2017 su marzo 2016) i nuovi contratti a tempo indeterminato sono 143.000 e quelli a termine 167.000. Segno che nell’ultima parte dei 12 mesi le aziende hanno progressivamente cominciato a preferire i contratti a tempo indeterminato a quelli a termine. Il che ha un riscontro nel fatto che nel mese di Aprile l’indice di fiducia delle imprese sale da 105,1 a 107,4.
Secondo: nel periodo gennaio-marzo alla crescita degli occupati si accompagna un calo dei disoccupati (-1,2%, pari a -38 mila) e degli inattivi (-0,2%, pari a -32 mila). E’ la prima volta da molto tempo che i tre parametri sono concordi nell’indicare una crescita globale del mercato del lavoro: aumentano gli occupati, aumentano le persone che cercano lavoro, diminuiscono quelli che non lo trovano.
Comunque il dato che ha più colpito i media è che, sorprendentemente, aumenta l’occupazione tra i giovani e scende tra le classi di età più anziane, in un’improvvisa inversione di marcia rispetto al passato più recente; però è opportuno leggere questo dato al netto dell’effetto demografico (passaggio di singoli individui da una fascia d’età ad un’altra): nella fascia tra 15 e 34 anni l’occupazione osservata cresce di 1,2%, ma poichè la popolazione di questa fascia diminuisce, l’incremento reale è del 2,1%, nella fascia 35 – 49 si registra un -1,2%, che però al netto dell’effetto demografico diventa +0,8%; tra gli ultracinquantenni, al contrario, l’occupazione sale del 3,1%, ma la crescita della popolazione di questa fascia riduce il dato a +1,1%. Si tratta comunque, è opportuno notarlo, di una novità importante: l’occupazione reale cresce in tutte le fasce d’età.
In conclusione: è la prima volta nel dopocrisi che il mercato del lavoro presenta dati positivi, anche se non clamorosi, in tutti gli indicatori.
