I giapponesi vecchi si fanno arrestare per non restare soli.
Basta insistere in certi piccoli reati – qualche furtarello in un negozio, per esempio – e ci si può sistemare anche per due anni, due anni e mezzo.
I giapponesi vecchi (più di 65 anni) sono circa 30 milioni. Di questi, sei milioni sono completamente soli. Nel 1980 i completamente soli erano un milione, e potevano occuparsene le famiglie. Ma adesso?
È gente che non ha nessuno con cui parlare, se c’è qualche parente non si fa mai vivo, i vecchi arrivano con difficoltà a fine mese. «Una ricerca compiuta dalla Keisatsu di Tokyo, la polizia della capitale, nei mesi di giugno e luglio dello scorso anno, appurò che il 24% degli anziani fermati con l’accusa di taccheggio ha citato la solitudine come motivo che li ha spinti a rubare».
I carcerati vecchi e soli sono 36 mila, il triplo di quelli che vivevano in cella nel 1998. Un’intera ala della prigione di Onomichi è stata trasformata in reparto geriatrico. Il governo ha investito cento milioni di dollari per dotare Onomichi e altre tre prigioni «di corrimano nei corridoi per aiutare i prigionieri a raggiungere le docce. È stato predisposto un mobile dove i pannoloni per adulti sono impilati ordinatamente, in pieno stile razionalista nipponico.
Le guardie sono preparate a fornire assistenza “non tradizionale” ai detenuti, come la gestione dell’incontinenza: lo racconta Satomi Kezuka, ufficiale veterano della prigione femminile di Tochigi, a nord di Tokyo: “Si vergognano e nascondono l’intimo. Io gli dico di portarmelo per farmelo lavare». Dice il ricercatore Taisei Sakuhara: «Alcuni commettono reati più gravi, come l’incendio doloso, per ottenere una condanna più lunga» [Malfetano, Mess].
via Anteprima – La spremuta di giornali di Giorgio Dell’Arti