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L’ha ribloggato su Tracce e Sentieri.
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ricevo una lettera: Grazie!
E’ stato il prof con cui mi sono laureata…
Ricordo il clima “tumultuoso” e controverso che lo circondava.
Aveva accettato la mia tesi (sostanzialmente di psicosociologia) su brefotrofi/abbandono minori/progetto legge sull’adozione speciale, dicendomi “Se fa tutto da sola”. E così fu. Poi in sede di discussione elogiò la mia “passione” per il tema e difese molto calorosamente il mio punto di vista nei confronti di chi mi aveva domandato: “ma lei, signorina, al legame di sangue non ha pensato?” (***, diritto pubblico) .
Con gli studenti a volte sapeva essere un po’ indisponente, un po’ troppo gigionesco, almeno per i tempi di allora. Certamente non odioso come Gianfranco Miglio (tuo conterraneo) – allora preside di Facoltà – che ti obbligava a fare su quattro complementari (che avresti potuto scegliere creandoti un a specie di “indirizzo”) due dei suoi insegnamenti per farti comperare le dispense…. E se tentavi di fare una domanda alle sue lezioni ti gelava dicendo che eri venuta all’università per ascoltare e non per parlare.
Insomma un bel po’ di ricordi.
***
—————————————
rispondo:
MA CHE BELLO IL TUO RICORDO !!!
pensa che non sapevo nel modo più assoluto di questa tua esperienza con Alberoni
anche in questo le nostre vite si sono intrecciate:
Alberoni è stato il preside di sociologia a Trento, proprio quando io mi iscritti a quella università
ho ricordi vividi della sua interazione con gli stronzi del sessantotto (molti dei quali diedero vita poi al terrorismo assassino delle brigate rosse )
interagiva
creava situazioni di compromesso con la loro prepotenza e invadenza
ma soprattutto portò a Trento professori come Tullio Aymone, con cui feci la tesi anni dopo proprio sui servizi sanitari (di fatto fu la mia iniziazione alle politiche sociali)
come Carlo Tullio Altan , il mio “maestro più maestro” (gli ho dedicato questo ricordo sul suo lavoro antropologico: https://mappeser.com/2013/03/26/carlo-tullio-altan-1916-2005-una-ricostruzione-dei-passaggi-chiave-della-sua-ricerca-schedavideo-di-paolo-ferrario/)
come Franco Fornari che chiedeva per il suo esame di psicologia la lettura di tutto il trattato di Musatti e che mi diede trenta e lode: pensa che ricordo ancora i momenti dell’esame!
ma anche Silvia Bonino
e Gianfranco Albertelli che fu il contatto per arrivare all’Ensiss di via Ruffini
insomma: se nella vita occorre “seminare ” e “lasciar traccia”, di certo FRANCESCO ALBERONI ha segnato l’epoca del secondo novecento e la biografia di Scramaglia gli rende i meriti che ha avuto e che vanno tramandati alla storia
userei per Alberoni il concetto di “gratitudine” così come lo intende Duccio Demetrio. Gli devo gratitudine e lo dico: infatti la gratitudine va detta, va ribadita, va approfondita
e a proposito ancora di gratitudine: ho in mente di fare in questa primavera un giro milanese nel quale farò un servizio fotografico sui LUOGHI che hanno segnato la mia biografia di formatore: Via Ruffini; Via Daverio; Via Pace, Via D’Annunzio, Via Piceno, alcune aule della Università di Milano Bicocca
e naturalmente riceverai il video che costruirò . Appunto per gratitudine a quello che ho avuto dalla città di Milano e ad alcuni suoi “abitatori”
grazie per avermi fatto rievocare questi pezzi del mio passato relativo alla fine degli anni ’60 e primi del ’70
Paolo Ferrario, 7 aprile 2018
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