In Lombardia e Piemonte i carabinieri e la guardia di finanza hanno eseguito 43 ordinanze di custodia cautelare, di cui 12 in carcere, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Dda milanese su due gruppi criminali operativi tra Milano e Varese costituiti da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all’aggiudicazione di appalti pubblici. Tra gli arrestati ci sono anche due esponenti di Forza Italia: il consigliere comunale di Milano Pietro Tatarella, candidato di Forza Italia alle Europee, e il sottosegretario azzurro della Regione Lombardia Fabio Altitonante. I magistrati hanno anche presentato una richiesta di arresto per il parlamentare di Forza Italia Diego Sozzani, accusato di finanziamento illecito ai partiti. Accuse a Fratelli d’Italia che avrebbe ricevuto finanziamenti illeciti. In totale sono 95 le persone indagate a vario titolo per associazione a delinquere e corruzione. L’indagine ruota attorno al governatore della Lombardia Attilio Fontana e risale al 2018, quando Gioacchino Caianiello, ex coordinatore provinciale di Forza Italia a Varese – già condannato in via definitiva per concussione nel 2017 – gli avrebbe proposto una nomina a capo del settore Formazione della Regione, in cambio di garanzie su alcune consulenze legali che sarebbero state poi richieste a Luca Marsico, amico e collega di Fontana. Una proposta considerata indecente dal presidente della Regione – al momento considerato parte offesa – che però non denunciò.
Corruzione anche in Calabria. Indagati Oliverio e Occhiuto
Venti persone sono finite sotto indagine anche in Calabria. Il dossier è quello che riguarda le gare per la costruzione del nuovo ospedale, della metropolitana e del museo di Alarico. Tra loro il governatore Mario Oliverio (Pd), accusato di associazione a delinquere. Insieme a lui Nicola Adamo, ex consigliere regionale e vice residente della Giunta, ma anche alcuni esponenti del centrodestra, come il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, forzista, candidato alla presidenza della Regione. Oliverio ha fatto sapere che: «Mi sono state contestate come ipotesi di reato fattispecie che, a mio avviso, attengono alla normale vita politico-amministrativa dell’ente. Nessun giudice condividerà una simile impostazione accusatoria, che intravede sospetti di reato in normali condotte di natura politica».
Anche lo sfregio. Si vedevano al ristorante e lo chiamavano «la mensa dei poveri». Hanno immaginato la tangente su una sentenza per tangenti: pure la corruzione sa essere creativa. Il mago delle relazioni e dei voti, raccontano i pm, è un signore già condannato in via definitiva nel 2017: per concussione. Quando si dice la competenza. E l’inchiesta poteva e doveva andare avanti, alla ricerca di prove e reati: hanno dovuto interrompere. D’urgenza. Con gli arresti. Perché, ascoltando i colloqui, saltavano fuori nuovi illeciti: così, in diretta. Sono passati 27 anni dal famoso 17 febbraio del ’92, quel mattino d’inverno in cui Mario Chiesa veniva arrestato, Tonino Di Pietro diventava famoso, si apriva Tangentopoli, cadeva un sistema politico e si immaginava la lunga primavera dell’onestà. Da Milano all’Italia tutta. Ma 27 anni fa è come 27 mesi fa e 27 ore fa, la corruzione ambientale specchio e condanna di un Paese uguale a se stesso, al di là delle norme, dei partiti, delle inchieste. Delle promesse, dei proclami. Ma forse anche dei garantisti e dei giustizialisti. Che si scontrano sul nulla e parlano di nulla se non si aggrediscono i due temi aperti (quelli veri): la selezione della classe politica e l’efficacia e rapidità della giustizia.
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Politica e corruzione, l’eterno ritorno Adesso pene certe e condanne rapide – Corriere.it
La Stampa. Le tangenti in Lombardia travolgono Forza Italia, indagato il governatore Fontana