È la Giornata mondiale della consapevolezza della balbuzie, 22 ottobre 2019

È la Giornata mondiale della consapevolezza della balbuzie. La Repubblica: «Aumentano i casi di balbuzie nel nostro Paese: negli ultimi 10 anni sono cresciuti dell’8%. […] Recuperare la fluidità di linguaggio è possibile nel 75% dei casi, quando la balbuzie è approcciata e trattata al primo insorgere, in età pediatrica, prima dei 7 anni. Possibile il miglioramento della parlata ma con esiti meno evidenti negli adolescenti, più raro e difficile invece nell’adulto, in funzione del tempo prolungato di “convivenza” con la balbuzie. Fra i disturbi più frequenti del linguaggio, la balbuzie ha una prevalenza nella popolazione mondiale tra lo 0,72% e l’1%. Il problema non discrimina e non ha età: presente in ogni etnia e in ogni cultura, in Italia la balbuzie inceppa la parola del 17% dei bambini, che sono i più colpiti, rispetto agli uomini (con un rapporto di 4:1 rispetto alle donne) e ai giovani: 2 maschi contro una ragazza. […] Gli studi scientifici dimostrano che i giovani con balbuzie hanno il 68% di rischio in più di essere vittime di bullismo e discriminazione rispetto a coetanei normofluenti. “L’aumento dei casi – precisa Tiziana Rossetto, logopedista e presidente della Fli (la federazione dei logopedisti) – non è causato da fattori esterni (o comunque di questo non vi è alcuna evidenza al momento), ma dal miglioramento delle conoscenze di un fenomeno multifattoriale, che coinvolge nella diagnosi tutte le categorie professionali sanitarie impegnate su questo fronte, soprattutto, naturalmente, i logopedisti. C’è insomma maggiore competenza e conoscenza del fenomeno. Negli scorsi decenni i bambini disfluenti e balbuzienti venivano considerati ’stupidi’, stigmatizzati, lasciati soli, esclusi da scuola. Oggi vengono diagnosticati immediatamente e aiutati, non solo a scuola ma anche a casa”».

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