Animazione Sociale
Dal Corriere della Sera apprendiamo che una collega operatrice sociale in Savoia (Francia) è morta sul lavoro, assassinata dal presunto orco che stava per denunciare.
Lei si chiamava Morgane, era psicologa e aveva poco più di 30 anni (https://www.corriere.it/esteri/20_agosto_29/francia-uccide-psicologa-che-ha-denunciato-suoi-abusi-un-adolescente-64c5f5dc-e9e6-11ea-80e5-bbd042ec2ced.shtml).
Quest’episodio ci ricorda una volta di più come chi protegge i minori dalle trascuratezze, dagli abusi e dai maltrattamenti degli adulti, sia spesso esposto a minacce e aggressioni.
Talvolta poi è fatto bersaglio di campagne mediatiche e politiche, come quelle contro gli assistenti sociali che “si inventano violenze che non esistono” e “portano via i bambini per darli ad altre famiglie”.
Polemiche spesso strumentali, nelle quali rischia di morire la civiltà di un Paese, che è anzitutto chiamato a tutelare i diritti delle vite più indifese.
Proteggere i bambini dai propri familiari è un compito estremamente complicato, ce lo ricorda proprio oggi Chiara Saraceno su la Repubblica in un editoriale sulla vicenda del piccolo Evan. Segnalando come le recenti campagne contro i servizi sociali abbiano “lasciato un segno profondo non solo sull’opinione pubblica, ma sugli stessi assistenti sociali, che legittimamente temono di essere esposti alla condanna pubblica e alla denuncia penale ogni volta che chiedono di allontanare dai genitori un bambino che ritengono in pericolo, o anche solo segnalano una situazione che ritengono a rischio e bisognosa di attenzione.
Con la conseguenza di indebolire un servizio che dovrebbe essere un presidio cruciale a protezione dei bambini” (https://rep.repubblica.it/pwa/commento/2020/08/28/news/caso_evan_bambino_ucciso_a_modica_bambini_assistenti_sociali-265715535/).Ricordando Morgane