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il Mulino – Volumi – PAOLO NENCINI, La minaccia stupefacente
Paese non produttore, l’Italia rimase al riparo dalla diffusione della droga fino alla Grande Guerra, quando la cocaina si infiltrò nei locali alla moda delle grandi città. Ciò non le impedì tuttavia di partecipare al processo diplomatico che pose le basi del controllo internazionale sul traffico degli stupefacenti, non solo per accrescere il proprio prestigio internazionale, ma anche per la posizione geografica, che la esponeva al transito tra le zone di produzione e i mercati europei e nordamericani, traffico al quale già allora partecipava attivamente la malavita italoamericana. Iniziò così una scalata di provvedimenti repressivi che continuò nel secondo dopoguerra, non riuscendo tuttavia a impedire che il traffico di stupefacenti raggiungesse livelli di efficienza sempre maggiori. Attingendo a fonti d’archivio politico diplomatiche e alla letteratura sanitaria, il libro ricostruisce per la prima volta le vicende della droga in Italia tra la fine dell’Ottocento − quando era già ben radicato l’uso voluttuario di oppio, morfina e cocaina al di là delle Alpi − e il 1970, quando esplose la grande epidemia di abuso di eroina.
Paolo Nencini, farmacologo comportamentale, ha insegnato Farmacologia alla «Sapienza» Università di Roma. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo «Il fiore degli inferi. Il papavero da oppio e il mondo antico» (2004), «Ubriachezza e sobrietà nel mondo antico. Alle radici del bere moderno» (2009) e «L’estasi farmacologica. Uso magico-religioso delle droghe nel mondo antico» (2014).
Introduzione
I. La tossicodipendenza: un’invenzione ottocentesca
II. Il controllo internazionale sui narcotici: origine e sviluppo
III. Oppio, cocaina e cannabis in Italia prima della Grande Guerra
IV. Il problema italiano: l’alcolismo
V. L’ossessione della bettola e le nuove regole del bere
VI. La Grande Guerra e l’arrivo della cocaina in Italia: medici e legislatori all’opera
VII. Il traffico internazionale degli stupefacenti tra le due guerre: l’Italia e la Società delle nazioni
VIII. Il secondo dopoguerra
