
Così come l’introduzione del concetto di “ limite” libera la creatività nella psiche umana, altrettanto si può affermare che, nella scrittura, la costrizione induce alla produzione di fantasia.
E’ questo il primo pensiero che mi è sopraggiunto quando mi sono finalmente decisa di approfondire la conoscenza dell’Ou-Li-PoOuvroir de littérature potentielle (“Opificio di letteratura potenziale”), gruppo francese fondato da Queneau e a cui aderirono, fra altri, Georges Perec e Italo Calvino.
Perec mi intriga molto ed è ritornato fra le mie mani grazie all’ossessione classificatoria di TartaRugoso , così lontana dalle mie modalità che seguono altre linee di pensiero e, nonostante ciò, degne di esistere, come fra poco vedremo direttamente dalle parole di Perec.
Tornando all’Ou-Li-Po, ciò che rende affascinante l’approccio di questo opificio è lo sforzo di proporre a chi scrive nuove strutture di natura matematica o l’invenzione di procedimenti che, in virtù di regole date (appunto le costrizioni)…
View original post 1.136 altre parole