Introduzione alle Foibe
Le foibe rappresentano una delle pagine più dolorose e complesse della storia italiana del Novecento. Questi eccidi furono perpetrati principalmente da partigiani jugoslavi e dall’OZNA (Organizzazione per la Protezione del Popolo) durante e subito dopo la seconda guerra mondiale, ai danni di militari e civili italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia[3].
Contesto Storico
La vicenda delle foibe si inserisce in un contesto di conflitto etnico-politico che ha caratterizzato l’Adriatico orientale per secoli. La regione era contesa tra popolazioni italiane e slave (prevalentemente croate e slovene). Gli eventi culminarono con l’occupazione dell’esercito jugoslavo guidato da Josip Broz Tito, che aveva l’intento di annettere questi territori alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia[2][3].
Le Fasi degli Eccidi
- Prima Fase (1943): Dopo il crollo del regime fascista italiano nel marzo 1943, i partigiani jugoslavi iniziarono a prendere il controllo dell’Istria interna. Furono istituiti tribunali rivoluzionari che emisero condanne a morte contro presunti fascisti o collaborazionisti, ma anche contro semplici cittadini italiani considerati ostacoli al nuovo ordine politico[1].
- Seconda Fase (Maggio-Giugno 1945): Questa fase vide il massimo numero di vittime quando le forze jugoslave occuparono Trieste, l’Istria e Fiume. Moltissimi italiani furono uccisi o deportati nei campi di prigionia dove morirono a causa delle dure condizioni[1][2].
Il Ruolo dei Campi di Prigionia
Sebbene il termine “foibe” sia diventato sinonimo degli eccidi, la maggior parte delle vittime non fu gettata nelle voragini carsiche ma morì nei campi di prigionia o durante le deportazioni verso questi luoghi[3]. I campi come quello di Borovnica erano notoriamente famigerati per le condizioni disumane.
Interpretazione Storica
Gli storici hanno interpretato gli eventi come una forma precoce di pulizia etnica anti-italiana voluta dai capi comunisti iugoslavi per consolidare le pretese territoriali sulle zone occupate[2]. Tuttavia, è importante distinguere tra i vari gruppi colpiti: mentre alcuni infoibati erano effettivamente fascisti o collaborazionisti, moltissimi altri erano semplicemente cittadini italiani innocenti.
Gianni Oliva: “Foibe”
Il libro “Foibe” scritto da Gianni Oliva è un contributo significativo alla memoria storica italiana riguardante queste stragi negate per molto tempo. Attraverso testimonianze dirette dei sopravvissuti ed esami approfonditi degli eventi storici coinvoltivi,[4][6], questo lavoro aiuta a comprendere meglio la complessità della vicenda.
In sintesi, gli eccidi delle foibe sono stati un tragico evento nella storia italiana recente che ha lascito cicatriche profonde sia nella memoria collettiva sia nelle relazioni internazionalmente con i paesi dell’ex Jugoslavia.[7]
[1] https://www.liceoreginamargherita.edu.it/lo_strillone/2021/terza_edizione/foibe.pdf
[2] https://www.laciviltacattolica.it/articolo/il-massacro-delle-foibe-e-il-silenzio-di-stato/
[3] https://it.wikipedia.org/wiki/Massacri_delle_foibe
[4] https://www.ibs.it/foibe-stragi-negate-degli-italiani-libro-gianni-oliva/e/9788804678229
[5] https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2020-02/10-febbraio-ricordo-la-storia-del-beato-bonifacio-martire.html
[6] https://www.corriere.it/gli-allegati-di-corriere/25_febbraio_07/foibe-storia-dimenticata-libro-edicola-il-corriere-0856c8ba-e579-11ef-b053-21ed57ef58ca.shtml
[7] https://www.laterza.it/2023/02/10/foibe-di-tito-e-delitti-fascisti-le-cicatrici-del-nord-est/
[8] https://www.ibs.it/foibe-stragi-negate-degli-italiani-libro-gianni-oliva/e/9788804515845
