Scurati Antonio, M. la fine e il principio, Bompiani, 2025, pagg. 400

“M. La fine e il principio” di Antonio Scurati: un’opera monumentale sulla caduta di Mussolini

Antonio Scurati conclude la sua saga dedicata a Benito Mussolini con “M. La fine e il principio”, pubblicato da Bompiani l’8 aprile 2025. Questo quinto volume biografico si concentra sugli ultimi seicento giorni della vita del Duce, dal settembre 1943 all’aprile 1945, un periodo che segna la fine del fascismo e il collasso definitivo del regime[1][2][6].

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Il libro esplora il dramma storico della Repubblica Sociale Italiana, descrivendo Mussolini come un leader ormai privo di potere, manipolato da Hitler e confinato in uno Stato fantoccio. Scurati narra con intensità gli eventi tragici di questo periodo, inclusi la violenza della banda Koch, la caccia agli ebrei, i bombardamenti e la guerra civile. L’opera culmina con lo scempio di Piazzale Loreto, offrendo una rappresentazione cruda e senza precedenti della caduta del dittatore[2][5].

Attraverso una scrittura che unisce potenza narrativa e pietas letteraria, Scurati non solo racconta la fine di Mussolini ma riflette anche sulle eredità del fascismo, invitando i lettori a un dialogo critico sul presente. Un elemento distintivo è l’appendice del libro, che include epitaffi dedicati ai protagonisti della storia italiana tra il 1919 e il 1945, creando una connessione tra le vicende individuali e la memoria collettiva[1][4].

La Saga di “M”

“M. La fine e il principio” rappresenta l’ultimo capitolo di una saga iniziata nel 2018 con “M. Il figlio del secolo”, vincitore del Premio Strega nel 2019. I volumi precedenti hanno seguito l’ascesa al potere di Mussolini, gli anni del regime, l’entrata in guerra e la caduta del fascismo. Con questo libro, Scurati completa un ciclo narrativo che ha profondamente influenzato il panorama letterario italiano[6].

Un’opera tra letteratura e storia

Con “M. La fine e il principio”, Antonio Scurati offre una narrazione che mescola rigore storico e capacità letteraria. Il libro non inventa nulla ma ricostruisce gli eventi con precisione documentaria, rendendolo un contributo significativo alla comprensione della storia italiana durante uno dei suoi periodi più bui[2][5].

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