Il 12 luglio 2025, su La Stampa, Franco Giubilei ha intervistato Federica Anghinolfi, ex responsabile dei Servizi sociali della Val d’Enza – figura centrale nell’inchiesta “Angeli e Demoni” sul cosiddetto “caso Bibbiano”.
Punti chiave dell’intervista
- Percezione pubblica e ruolo nei fatti: Anghinolfi racconta di come sia stata pubblicamente dipinta come il “mostro di Bibbiano”, accusata di essere al centro di un presunto sistema illecito di affidi. Afferma di essere diventata “invisibile per sopravvivere”, riflettendo sulla violenza mediatica subita.
- Esito processuale: Dopo un lungo procedimento giudiziario, Anghinolfi è stata condannata solo per falso in bilancio (due anni), mentre è stata assolta da ben 60 capi d’imputazione, tra cui frode, lesioni e falso ideologico. Accuse pesanti, quindi, sono cadute quasi del tutto in giudizio.
- L’impatto personale: Anghinolfi spiega che, pur essendo stata “felicissima” per le assoluzioni, ha scelto di non presenziare nuovamente in Aula dopo la sentenza per non esporsi ancora all’attenzione pubblica e alle telecamere, dichiarando che la sua “immagine è stata troppo violata”.
Contesto e reazioni
- Il clamore mediatico attorno alla vicenda ha fortemente condizionato la percezione pubblica e il dibattito sui servizi sociali, mentre il crollo dell’impianto accusatorio in tribunale ha suscitato reazioni contrastanti: molti imputati sono stati assolti, facendo tirare un sospiro di sollievo ad alcuni osservatori, mentre alcune famiglie coinvolte hanno espresso insoddisfazione per le sentenze1.
La testimonianza di Anghinolfi e l’evoluzione processuale gettano nuova luce sull’intera vicenda Bibbiano, sollevando interrogativi sul ruolo dei media e sulla trasparenza del sistema giudiziario e dei servizi sociali. La sua voce, raccolta nell’intervista, rappresenta una rilettura importante e attualissima di una delle vicende più discusse degli ultimi anni.
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