Disegno di legge sulla disforia di genere. Così il Governo schederà i minori transgender, articolo di Simone Alliva, in Domani 6 agosto 2025

Il disegno di legge approvato dal Governo italiano il 4 agosto 2025, firmato dai ministri della Salute Orazio Schillaci e della Famiglia Eugenia Roccella, introduce nuove disposizioni sul trattamento della disforia di genere nei minori transgender. Il provvedimento si compone di tre articoli e si propone ufficialmente di tutelare la salute fisica e psicologica dei minori, ma ha suscitato forti preoccupazioni tra attivisti, associazioni LGBTQ+ e parte della comunità scientifica.

I punti chiave della legge sono:

La somministrazione dei farmaci, come gli ormoni cross-sex e i bloccanti della pubertà (es. triptorelina), sarà possibile solo a seguito di una diagnosi obbligatoria da parte di un’équipe multidisciplinare di specialisti.
Sarà necessario documentare i percorsi psicologici, psicoterapeutici ed eventualmente psichiatrici precedenti al trattamento.
I protocolli clinici di prescrizione saranno adottati dal Ministero della Salute; fino a tale adozione, la somministrazione dei farmaci richiede l’autorizzazione caso per caso da parte di un Comitato etico pediatrico nazionale.
Sarà istituito un registro nazionale gestito dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), che raccoglierà dati personali, clinici e terapeutici relativi ai minorenni transgender in trattamento. I dati saranno trasmessi ogni sei mesi al Ministero della Salute.
È previsto un tavolo tecnico dedicato, composto da esperti e istituzioni, per definire linee guida e protocolli clinici.

Queste misure, secondo i sostenitori del Ddl, mirano a garantire un uso appropriato e sicuro dei farmaci e a tutelare la salute dei minori. Tuttavia, numerosi esperti e attivisti denunciano che la legge rappresenta un pericoloso passo indietro nei diritti delle persone transgender, in particolare per i minorenni tra i 16 e i 17 anni. Il provvedimento:

Rischia di limitare gravemente i diritti dei minori nel percorso di affermazione di genere, imponendo una diagnosi “definitiva” in età giovanissima, quando spesso il percorso è ancora esplorativo.
Introduce una sorveglianza clinica e burocratica sui minori transgender, con un registro che schederebbe effettivamente le persone e non solo i farmaci.
Prevede che il Comitato etico nazionale possa avere un potere di veto sulle scelte terapeutiche, influendo sul rapporto fiduciario medico-paziente.
Solleva dubbi sull’imparzialità del tavolo tecnico, considerando le nomine politiche che potrebbero influenzarne i lavori.

In sostanza, secondo voci critiche come Roberta Parigiani, portavoce del Movimento Identità Trans, e molte associazioni, il disegno di legge fa della gestione della disforia di genere nei minori un controllo approfondito e una “scatola di vetro” in cui si osservano e schedano i ragazzi transgender come oggetti clinici, rischiando di rallentare, complicare e scoraggiare l’accesso a cure considerate da molti come necessarie e salvavita. Il sistema burocratico multilivello creato dal Ddl è visto come un meccanismo di controllo più che di tutela, con un forte impatto psicologico, sociale e politico sulla comunità transgender italiana.editorialedomani+3

Questo articolo è stato trattato in modo approfondito da Simone Alliva su Domani il 6 agosto 2025, che evidenzia proprio i rischi di questo approccio legislativo come una minaccia ai diritti e al benessere dei minori transgender.editorialedomani+1

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