Fiera del libro di Torino 2008: il nazi-islamismo cresce


In tema di culture e religioni


“L’ultimo attacco contro la presenza di Israele alla prossima Fiera del libro di Torino, in veste di ospite d’onore e dunque con i suoi scrittori e i suoi maggiori esponenti della cultura, viene daTariq Ramadan. Il contestato intellettuale egiziano, nipote del fondatore di Fratelli musulmani, ha dichiarato ieri che è necessario ‘affermare in modo chiaro che non si può approvare nulla che provenga da Israele‘, e che perciò il boicottaggio della manifestazione torinese, lanciato qualche settimana fa da alcune unioni di scrittori arabi, è sacrosanto: ‘non bisogna recarsi in un posto destinato a celebrare uno Stato che pratica l’omicidio e la distruzione’. Una posizione ‘quantomeno bizzarra, la sua’, commenta Ernesto Ferrero direttore della Fiera, ‘anche perché Ramadan, l’anno scorso, è stato da noi e ha tenuto senza problemi e senza censure un suo intervento. Trovo inaccettabile che la libertà di pensiero per lui vada in una sola direzione’. Sono giorni difficili, in sostanza, per la kermesse torinese che aprirà i battenti l’8 maggio. Avviata da un’iniziativa locale del Partito dei comunisti italiani, che ha chiesto di estendere l’invito ufficiale, oltre che a Israele, anche alla Palestina, la campagna di contestazione comincia a preoccupare seriamente i vertici della Fiera del libro e pure le autorità di polizia. […] Il vero rischio, semmai, è che qualche gruppo estremista possa tradurre in fatti l’ostracismo allo stato di Tel Aviv, che finora è stato limitato a un boicottaggio su giornali e siti internet italiani e del mondo arabo. Ne sortirebbe una Fiera in stato d’assedio, con tutto ciò che ne potrebbe conseguire. Picchioni e Ferrero hanno tentato di andare incontro alle richieste degli artefici del boicottaggio, assicurando che nei cinque giorni del salone ‘sarà garantita piena dignità’ alla cultura palestinese. Ma non sembra un’apertura sufficiente. Intanto c’è già chi ipotizza che si possa recedere dall’idea di ospitare la nazione ebraica. Picchioni e Ferrero lo escludono. Però se dovesse accadere, come sostiene Tullio Levi, presidente della comunità ebraica di Torino, ‘sarebbe un vero disastro’. E oppone ‘alla campagna intimidatoria’ una proposta: ‘Perché non invitare le tante associazioni che si occupano da tempo di integrare israeliani e palestinesi?’.”
da Massimo Novelli, Ramadan attacca la Fiera: ‘No a Israele’, “La Repubblica”, 02/02/’08



Notevole lettura di supporto:

Antisemitismo a sinistra

Gadi Luzzatto Voghera, Antisemitismo a sinistra, EinaudiDicevo appunto, appena un post fa, che una memoria selettiva, che ricorda i campi di sterminio dimenticando l’antisemitismo che li ha resi possibili, è una memoria poco efficace. Una prova indiretta di questo dato di fatto la stanno dando in questi giorni parecchi “intellettuali” di sinistra che sostengono il boicottaggio della Fiera del libro di Torino, rea di aver invitato Israele come paese ospite.

Questi intellettuali considerano Israele uno stato-canaglia, unico responsabile delle sofferenze dei palestinesi, e così facendo riproducono, senza sforzi apparenti né alcun barlume di consapevolezza, uno degli stereotipi antisemiti più duri a morire, quello che assegna agli ebrei il ruolo di carnefici: da uccisori di Cristo e dei bambini cristiani a sterminatori dei palestinesi.

Inutile ricordare a costoro che paragonare la condizione dei palestinesi a qualcosa di anche solo lontanamente simile alla Shoah è un’aberrazione. Inutile ricordare che da sessant’anni a questa parte Israele deve difendersi quotidianamente da attacchi militari e terroristici; inutile sottolineare che Gaza è amministrata da una classe dirigente sorda a qualsivoglia tentativo di dialogo. Niente da fare: colpa di Israele.

E così l’intellettuale Gianni Vattimo se ne esce tranquillamente con sconcezze come questa:

Chi boicotta non vuole affatto impedire agli scrittori israeliani di parlare ed essere ascoltati. Non vuole che essi vengano come rappresentanti ufficiali di uno Stato che celebra i suoi sessant’anni di vita festeggiando l’anniversario con il blocco di Gaza, la riduzione dei palestinesi in una miriade di zone isolate le une dalle altre (per le quali si è giustamente adoperato il termine di bantustan nel triste ricordo dell’apartheid sudafricana), una politica di continua espansione delle colonie che può solo comprendersi come un vero e proprio processo di pulizia etnica.

Apartheid, imperialismo, pulizia etnica, ecco le nuove colpe dei perfidi giudei secondo Vattimo. Il quale certamente non accuserà l’Egitto di apartheid per aver costruito un muro al confine con la striscia di Gaza; né diversi paesi arabi di pulizia etnica per aver espulso ottocentomila ebrei dopo il 1948. Che diamine, è antisionista, lui, mica antisemita!

Chissà se Vattimo o i vari comunisti italiani che gridano al boicottaggio di Israele hanno lettoL’antisemitismo a sinistra, di Gadi Luzzatto Voghera. Temo di no, ma dovrebbero farlo. Sarebbe almeno un tentativo di prendere coscienza di un problema che esiste da parecchio tempo e che purtroppo non accenna a ridimensionarsi.

E chissà cosa faranno Vattimo e soci quando le loro minacce cadranno giustamente nel vuoto, e gli scrittori israeliani porteranno a Torino i loro libri, le loro idee, la cultura del loro paese. Boicotteranno anche i libri? Inciteranno le folle a bruciarli in piazza?

in: http://letturalenta.net/2008/02/antisemitismo-a-sinistra/

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