Anziani: Monza, prima in Italia propone la “badante a ore” – Cronaca – Il Cittadino di Monza e Brianza

Monza – Primo in assoluto in Italia, il Comune di Monza, propone le badanti a ore per assistere persone anziane e disabili. A differenza di quanto avviene tradizionalmente, le badanti in questione prestaranno servizio anche soltanto per un breve periodo di tempo senza quindi la necessità di un’assunzione a tempo continuativo.

Una risposta a quanti hanno l’esigenza di un’assistenza per limitati periodi. “Il personale – ha spiegato ieri l’assessore alla famiglia Stefano Carugo durante una conferenza stampa – è stato qualificato attraverso un corso di formazione organizzato dal Comune ed è ovviamente in possesso di regolare permesso di soggiorno”.

Le famiglie potranno richiedere la badante a ore attraverso lo Sportello Badanti recentemente aperto nel Municipio. Nell’ambito della conferenza stampa è stata anche illustrata la situazione della popolazione anziana residente a Monza.

Anziani: Monza, prima in Italia propone la “badante a ore” – Cronaca – Il Cittadino di Monza e Brianza

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3 commenti

  1. Sono un medico spec. in geriatria (azienda osp. di monza). mi interesso del problema “badanti” e l’anno scorso ho organizzato un corso di qualificazione badanti (aspetti sociali, sanitari ecc) con partecipazione dei servizi sociali, psicologi, sindacati) con buon successo di partecipazione multietnica. Credo positiva l’iniziativa di badanti a ore.

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  2. il problema “badanti” è a livello nazionale e locale irrisolto, pur nella sua importanza che riguarda l’assistenza a domicilio degli anziani bisognosi di aiuto pratico quotidiano e assistenza alla salute.
    Come spesso succede in Italia si va avanti a spanne, lasciando l’iniziativa ai singoli:Entra anche in campo la questione economica, pensionistica, l’attività lavorativa dei parenti, la struttura familiare ecc. ecc.

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  3. la ringrazio molto per il suo commento, dott. Grumelli
    le consiglio un libro freschissimo di stampa: Da Roit, Facchini, Anziani e badanti. le differenti condizioni di chi è accudito e di chi accudisce, FrancoAngeli editore, 2010.
    Su queste figure di aiuto sono molto meno ottimista di lei.
    io mi auguro che si sviluppino strutture territoriali ALL’INTERNO delle quali operino “assistenti familiari” che rispondano a dei coordinatori e che si sentano parte di una squadra di aiuti.
    Al domicilio, e senza strutture di contenimento, queste figure tendono – in moltissimi casi – a diventare un peso (talvolta estremamente pericoloso, come si vede spesso sui conti correnti dei malcapitati assistiti) piuttosto che una risorsa.
    grazie per l’attenzione e buon lavoro
    Paolo Ferrario

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