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Il motivo per cui il federalismo è una grande opportunità per l’Italia è, paradossalmente, proprio il fatto che nel nostro Paese esistono margini di parassitismo, di spreco e di evasione fiscale enormi.La sola evasione fiscale si aggira intorno a 120 miliardi di euro, mentre gli sprechi nella Pubblica amministrazione superano gli 80. In tutto fa, come minimo, 200 miliardi. Recuperare anche solo un quarto di questa somma (50 miliardi), significherebbe mettere sul piatto risorse sufficienti ad abbattere le aliquote fiscali e irrobustire lo Stato sociale (che è ipertrofico nella spesa, ma largamente incompleto nei servizi erogati). Di qui deriverebbe una maggiore spinta alla crescita (oggi frenata da aliquote troppo alte) e un maggiore benessere per la popolazione, specie nel Mezzogiorno (la principale determinante della povertà sono i cattivi servizi pubblici).
C’è un problema, però. La manovra, per quel che se ne sa finora, chiede a tutti i territori un contributo analogo, mentre le riserve da cui attingere non sono distribuite uniformemente sul territorio nazionale. Ci sono Regioni che hanno enormi margini di recupero, proprio perché hanno livelli di parassitismo altissimi (Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Sardegna, Sicilia) o perché hanno tassi di evasione spettacolari (Calabria, Sicilia, Campania) o perché hanno tassi di spreco scandalosi (Sardegna, Calabria, Sicilia, Basilicata). Ci sono invece Regioni che, proprio perché sono state bene amministrate per decenni, hanno margini di recupero minimi, per non dire irrisori: sono limoni spremuti. I loro amministratori, equamente divisi fra destra e sinistra, hanno già fatto (quasi) tutto il possibile, hanno già tagliato, razionalizzato, potato, ristrutturato. E’ il paradosso di questa manovra: assorbire i tagli di Tremonti è più arduo per le Regioni formica che per le Regioni cicala.
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Una manovra che punisce i virtuosi – LASTAMPA.it
