FINI; UN PATTO PER L’EMERGENZA, estratti da “LA REPUBBLICA” di mercoledì 12 gennaio 2011

FINI; UN PATTO PER L’EMERGENZA

Da “LA REPUBBLICA” di mercoledì 12 gennaio 2011

… L`Italia è sul punto dell`«asfissia» e ha bisogno di «convergenze tra maggioranza e opposizione».

Una propostada sottoporre a«tutti, non solo al governo»: al Pdl, alla lega e al Pd. Le elezioni ora sarebbero «una prospettiva rischiosissima».

spero che nei prossimi mesi si compia un salto di qualità complessivo nel dibattito e nell`azionepolitica. E questo deve riguardare le forze della maggioranza e quelle dell`opposizione».

In che senso? «Ci si può dividere nel dire che gli ultimi sei mesi del 20lo non hanno rappresentato un successo per nessuno? Non credo. Sarebbe invece molto pericoloso continuare a pensare che i prossimi sei mesi saranno come i precedenti. Il rischio è che si ampli la frattura con l`opinione pubblica. Si percepisce il senso di repulsione nei confronti della politica.

«faccio notare che la ripresa economica è lontana. La metafora di Tremonti è stata felice: un videogame in cui se uccidi il mostro, ne compare subito un altro. Noi non riusciamo a innestare la marcia.

… O la politica, complessivamente, comprende che stiamo affrontando un tornante difficilissimo oppure i fossati si acuiranno».

Le opposizioni non si possono riparare dietro la logica del tanto peggio, tanto meglio. Sarebbe una logica sfascista. Così come per la maggioranza la logica dell”`andiamo avanti, non c`è alternativa”».

L`asse con Casini è saldo? «Certo. L`ho visto anche stamattina».

Lei si rivolge anche al Pd? «Io parlo a chi è in Parlamento. Opposizione e governo».

Bersani e D`Alema, però, le hanno chiesto qualcosa di più. Immaginano un cartello per sconfiggere Berlusconi.

«Le alleanze non si fanno in ragione delle sommatorie di sigle. Ma sulla condivisione di alcuni progetti. E comunque le elezioni non sono vicine».

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Più che il voto a Palazzo Chigi stanno cercando di strappare qualche deputato per andare avanti e qualcuno chiede ai centristi di “entrare” in squadra.

«E tempo sprecato. Certo, c`è il tentativo di guadagnare dei singoli, ma non ci riusciranno. E se poi lo scarto anziché di tre parlamentari diventasse di cinque, cosa cambierebbe? Continuerebbero a vivacchiare. Ma in questa situazione non si può vivacchiare e l`opposizione non si può limitare a dire valuteremo di volta in volta.

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«Siamo entrati nel 2011, il 150.mo anno dell`Unità d`Italia. Si può fare una riflessione su cosa significa essere italiani? Sui vizi del nostro sistema bipolare – di cui resto un convinto sostenitore e su questo Casini sarà d`accordo – che ha reso possibile l`alternanza ma non ha innovato sul piano della cultura politica?».

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Quindi i tagli lineari sono stati un errore? «Sono l`esatto opposto. Sarebbe più utile una “Grande Assise” dell`economia e del lavoro con 100 teste pensanti in grado di trovare soluzioni. Nel nostro Paese c`è una miscela esplosiva: la giusta flessibilità nel mercato del lavoro si unisce però aun tasso di precarietà altissimo e a un livello retributivo tra i più bassi d`Europa. L`Italia è impoverita. Il ceto medio sta scomparendo. Il 45% della ricchezza delle famiglie è in mano al 10% degli italiani».

«Quel decreto è importante, ma il prossimo – quello sulle Regioni – è la vera sostanza. Il fisco municipale non è il cuore del problema. Le scelte sulle regioni saranno determinanti.

Non dobbiamo perdere il complesso dei problemi».

Ma voi cosa farete? «Vedremo. In quel testo ci sono degli aspetti non so se voluti.

I comuni, ad esempio, avranno meno entrate. L`Ici si paga solo nei luoghi dove non si risiede. Verificheremo alla fine se Calderoli troverà un`intesa con Tremonti sui saldi».

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L`alleanza con Casini è strategica? «Se si votasse, staremmo insieme. Ci sarebbe una competizione con tre soggetti e non con due. Fli comunque farà un congresso a febbraio. Abbiamo un`idea del centrodestra diversa da Berlusconi e Bossi. Senso delle Istituzioni, dello Stato, dell`etica pubblica, della legalità. Fli simuoverà con la sua identità insieme all`Udc, all`Api, all`Mpa e ai Liberaldemocratici.

E anche nel Pdl tanti condividono questi ragionamenti».

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Sui temi etici una qualche differenza, però, c`è.

«Quando si presenteràilproblema, lo risolveremo con un solo principio: la libertà di coscienza. Questa è la regola nei partiti democratici. Questa è una vera concezione liberale che altri ignorano».

Lei si sente un uomo di destra odi centro? «I valori restan o quelli di destra. Servirebbe però un libro per spiegare cosa si intende nel 2011 per destra, centro o sinistra.

Sono categorie del secolo scorso. Se poi per destra si intendesse il prevalere della finanza sull`economia reale, allora non sarei di destra… altri ci si riconoscerebbero più facilmente».

C`è chi usa il caso Fiat come bussola.

«Marchionne è il segno di quanto l`Italia è in ritardo. Ho tirato un sospiro di sollievo quando ho sentito il segretario della Cisl Bonanni dire che senza le fabbriche non ci sono nemmeno i diritti dei lavoratori».

Se fosse un operaio di Mirafiori lo voterebbe l`accordo? «Senza dubbio. Il problema è che la politica è assente. ha delegato tutto alle parti sociali anche sulla rappresentanza.

Bersani ha fatto bene a dire che si discute e poi l`esito del referendum si rispetta. Nessun paese occidentale si trova in questa condizione».

da: Governo Italiano – Rassegna stampa.

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