dal manifesto politico di OUTSIDER il partito degli esclusi
Facciamo nostro l’ appello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla coesione per affrontare la crisi. Come chiede il Presidente bisogna “riconoscere la complessità e gravità dei problemi che si sono accumulati e che pongono a rischio il futuro del Paese: escludere competizioni perverse sul terreno della dissimulazione, della sdrammatizzazione e del populismo demagogico, aprirsi a un confronto serio.”
Nel corso degli anni, in Italia si è consolidato il modello di società parcellizzata in tanti piccoli gruppi, assuefatti ai benefici che sono stati loro attribuiti da governi miopi e da scelte irresponsabili che hanno compromesso l’avvenire delle nuove generazioni. Al contrario, avremmo dovuto sostenere la libertà d’espressione, l’integrazione, la cooperazione, lo spirito competitivo, il gusto della novità e delle scoperta per garantirci un posto al sole in un ridisegnato panorama geopolitico mondiale che premia la capacità di differenziarsi.
Qualunque partito abbia vinto le elezioni in questi venti anni, le aspettative di riforme sono sempre state tradite, a causa delle resistenze corporative e conservatrici presenti all’interno di ogni partito.Perciò noi crediamo che la base per un’azione politica nuova, riformatrice, che riesca davvero a realizzare il cambiamento di cui questo Paese ha bisogno, non possa farsi imprigionare nei vecchi schemi. Serve tornare allo spirito costituente. Non sarà nessuno dei partiti tradizionali a salvare il Paese dalla decadenza e dalla marginalità a cui sembra avviato, perché nessuno dei partiti tradizionali ha l’energia, l’autonomia e il coraggio per rompere con gli interessi costituiti ai quali si appoggia per prendere voti, visibilità e finanziamenti e che tengono bloccato il Paese.
Solo un’innovazione politica che venga da fuori del sistema politico ha probabilità di riuscire: ma questa innovazione potrebbe poi contagiare, anche dall’interno, i vecchi partiti, trasformandoli e rendendoli più flessibili, democratici, sensibili alle nuove esigenze sociali. Per questo il nostro movimento politico esiste, perché esso mira a rafforzare, collegare e federare i soggetti sociali, i movimenti, i fermenti di cambiamento presenti nella società italiana, espressione di quelli che non sono tutelati dallo status quo e ne chiedono una riforma. Una riforma non per ottenere a loro volta una quota di tutela, ma per essere messi nelle condizioni di dar il meglio di sé e di realizzare il proprio progetto di vita in una società più libera e più giusta.
Loro sono i non-garantiti, gli esclusi dalla politica dei salotti e delle cricche, le nuove leve sane della cittadinanza, quelli che hanno tutto da guadagnare da un cambiamento radicale del sistema politico attuale, quelli che hanno studiato e che vanno avanti per merito e non hanno santi in paradiso, quelli di cui il sistema non ha ancora comprato l’accondiscendenza con qualche complice privilegio corporativo, che possono manifestare l’energia necessaria a cambiare questo sistema bloccato.
Quelli che, però, non abboccano all’anti-politica basata sul sentimento di rivalsa e di rabbia contro il sistema, perché loro la politica non la vogliono umiliata ma efficace, e sanno che della buona politica i loro figli e le loro famiglie avranno bisogno. Quelli che pensano che la speranza di cambiamento del sistema non può essere riposta in una idealizzazione tecnocratica della democrazia e nella tecno-politica, ma nella partecipazione e nell’aumento della democrazia e della libertà.
Loro, siamo noi. Siamo gli Outsider.

