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in Italia vi sono circa 400.000 persone con autismo, che tranne in qualche isola felice, tipo la Lombardia, affrontano da sole una situazione dalle dimensioni enormi, che, come dicevo in precedenza, coinvolge spesso anche i parenti più stretti. In altri termini significa che il 6 per mille della popolazione è affetto da una sindrome che interessa molti più italiani della celiachia, della sindrome di Down, della cecità e della sordità,ma che malgrado questi numeri non esistono concretamente servizi sul nostro territorio nazionale che riconoscano la gravità questa situazione.
Nel 2011 il Censis ha provato a stilare seriamente dei dati sulla qualità di vita delle famiglie che vivono con una persona con autismo. Si scopre ad esempio che se è vero che l’80% di casi sospetti vengono rilevati, già dai genitori, prima del terzo anno di vita occorre poi attendere ancora da uno a tre anni, per ottenere una diagnosi attendibile, passando attraverso anche a tre – quattro specialisti prima di avere una diagnosi definitiva.
Si scopre anche che se è vero che, grazie alla pressante e continua attività delle associazioni dei familiari distribuite sul territorio, quasi tutti i Servizi Sanitari attuano degli interventi abilitativi che coinvolgono la quasi totalità dei bimbi affetti da questa sindrome almeno un terzo degli adolescenti e degli adulti non riceve alcun intervento adeguato, occupazionale o sociale e se ormai le difficoltà a prescrivere una diagnosi precoce sembrano risolte permane comunque il vuoto della presa in carico da parte delle Istituzioni.
Di conseguenza ricevuta la diagnosi, la famiglia si ritrova di punto in bianco con due enormi problemi: la consapevolezza delle difficoltà pratiche da affrontare e l’assoluta mancanza di risposte da parte del Servizio Socio-Sanitario,
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tutto il racconto biografico e l’argomentazione in: Autismo: gli eroi dei due mondi : Cantü.
grazie della pubblicazione, giorgio bargna
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GRAZIE A TE per la testimonianza biografica e politica
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Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
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