una storia dei mezzi di comunicazione di massa firmata da Peppino Ortoleva con la collaborazione di Maria Teresa Di Marco. Dal lunedì al venerdì, per otto settimane, lo studioso ci racconterà la cultura di massa attraverso i mezzi che la riproducono e diffondono. Spiega Ortoleva: “Nei paesi anglosassoni la chiamano popular culture, da noi “cultura di massa”: è una realtà nella quale viviamo tutti immersi, eppure è di difficile definizione. E’ più facile dire quello che non è: non è “cultura” nel senso canonico e consacrato del termine; e neppure è folklore, tradizione secolare. E’ un insieme di generi e di mezzi, di abitudini diffuse e di personaggi, che nessuno ci ha insegnato a scuola ma che conosciamo comunque. E’ più facile farne un elenco che stabilirne i confini: è cultura di massa il cinema e la musica leggera, la televisione e lo sport, l’informazione giornalistica e il ballo moderno, la moda e il fumetto. La cultura di massa occupa il tempo libero delle società sviluppate, fornisce a tutti noi molte delle nozioni che usiamo quotidianamente per capire il mondo che ci circonda, forgia il linguaggio e le convinzioni condivise che mediano le nostre relazioni sociali. Proprio per questo è una realtà così difficile da fissare, perché è pervasiva e insieme sfuggente, è sempre nuova e sempre uguale a se stessa.”
Nelle 40 puntate, realizzate con la regia di Raffaele Palumbo e organizzate secondo un senso cronologico che parte da due secoli fa e che arriva ai nostri giorni, si parlerà di romanzi d’appendice e di grandi magazzini, di varietà e di cinema, di settimanali femminili e di calcio… puntata dopo puntata, i documenti sonori utilizzati dall’archivio ricomporranno il puzzle della nostra immagine.