La Regione Lazio distribuisce ai gruppi consiliari 15 milioni di euro l’anno, soldi che i gruppi si ripartiscono in proporzione alla consistenza di ciascuno. Con queste somme si pagano normalmente i collaboratori e i portaborse dei consiglieri, gli affitti degli uffici che i politici laziali tengono in città eccetera eccetera. Senonché il capogruppo e tesoriere del Pdl Franco Fiorito – da Anagni, 190 chili per un metro e 95 d’altezza – se li metteva bellamente in tasca col sistema banale dell’autofatturazione. La Banca d’Italia ha scoperto l’inghippo – fin troppo facile – da qui è partita l’inchiesta e alla fine s’è trovato che Fiorito l’aveva fatta – l’autofatturazione – 109 volte, portandosi a casa quasi un milione di euro. Ai magistrati ha negato poco o niente. Per esempio, a proposito di certe vacanze pagate con i denari del contributo regionale «Sì, sono andato in due splendidi resort della Costa Smeralda con i soldi del Pdl. La campagna elettorale delle regionali mi aveva lasciato spossato e depresso. Avevo bisogno di una vacanzona»
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