La verità, infatti, è che il movimento sta tentando disperatamente di non pagar dazio, di chiudere la parentesi formigoniana così come si licenzia un allenatore che ha vinto tanto ma è diventato ingombrante. Tutti quindi in questi giorni lavorano per recuperare la giusta distanza. Non solo dal governatore della Lombardia («che come Lucifero a un certo punto ha creduto di esser diventato il capo di Cl») ma anche da Berlusconi che se fosse per i ciellini non dovrebbe nemmeno pensare di potersi candidare alle politiche del 2013. In questo affannoso recupero di autonomia la lettera di Julián Carrón, il successore di don Giussani, uscita il 1 maggio su Repubblica è citata e stracitata. In molti la sanno a memoria. Il passaggio chiave è laddove Carrón contrappone «testimonianza» ed «egemonia» e implicitamente accusa Formigoni di essere rimasto vittima della seconda. La volontà di potenza che ha preso il posto dei legami orizzontali con la società.
«Ha creduto di essere diventato il capo» Ora Cl vuole il divorzio da Formigoni – Corriere.it.
catalogato in: VOLONTA’ DI POTENZA
Paolo Ferrario
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