Come mai la produttività, in Italia, non cresce più? È un problema che riguarda un po’ tutti i paesi ricchi, ma è grave e persistente soprattutto per l’Italia. Tutti sanno – e dicono – che non usciremo dalla crisi se non rimettiamo in moto il motore dell’economia reale, che genera la crescita della produttività. Ma poche, e parziali, sono le idee su come fare a raggiungere lo scopo. Imporsi dei sacrifici, più o meno equi, può servire a stabilizzare il debito pubblico, ma contribuisce poco o niente alla crescita E allora? In questo libro, i ricercatori del t.Lab danno al problema “produttività” una risposta che sta fuori degli schemi, e che ha a che fare con l’economia della conoscenza. Per far ripartire il motore della produttività si tratta non solo di realizzare questo o quel risparmio dei costi, questo o quel recupero di efficienza. Occorre fare di più e di meglio, cominciando a ripensare in modo radicale i modelli di business delle imprese.
La produttività deriva oggi dalla capacità di sfruttare con intelligenza le proprietà generative e moltiplicative della conoscenza, rendendo i prodotti italiani più ricchi di valore immateriale (ricerca, significati, servizi) e di proiezione globale sui mercati. Sulla scorta di un’indagine che ha esaminato una trentina di casi di aziende innovative, gli autori disegnano e suggeriscono un percorso che si basa su due idee chiave: la visione della filiera come nuovo organismo produttivo e il ruolo che in essa vengono ad assumere gli assets immateriali e i servizi. Non è investendo in nuove macchine e in capannoni, che le imprese italiane potranno migliorare il proprio posizionamento competitivo nelle filiere globali, che ormai usano macchine e costruiscono capannoni in tutto il mondo, compresi i paesi low cost. La sfida – e il potenziale di produttività da fare emergere – sta infatti in un potenziamento e in un diverso uso dell’economia dell’immateriale e dei servizi, che fornisce al sistema produttivo conoscenze e relazioni ad alto valore aggiunto.
Per farlo, occorrono nuovi sistemi di relazione (linguaggi, marchi, reti, catene di fornitura) e metodi (replicazione, ICT, integrazione, logistica) che consentano di avere elevati moltiplicatori nel ri-uso della stessa base di conoscenza, in modo da fare rendere gli investimenti fatti.
Andando in questa direzione, sia l’industria che i servizi stanno cambiando rapidamente, come si vede nei casi esposti in questo volume. Una buona ragione per leggerlo: siamo nel mezzo di una transizione in cui non basta battere il passo. Bisogna correre, sapendo bene qual è la meta da raggiungere.
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